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Le sofferenze dei pesci non fanno rumore

Le sofferenze dei pesci avvengono nel silenzio generale, ma possono essere atroci. Il progetto internazionale Carefish/catch misura lo stress dei pesci secondo il metodo di pesca e sviluppa standard di benessere animale per la pesca certificata

sofferenze dei pesci
Image by Dimitris Vetsikas from Pixabay

Benessere animale in fondo al mare

Di sofferenze dei pesci non si parla mai, chissà perché. Forse perché la loro morte avviene nel silenzio del mare, anche se può essere molto cruenta? Alcuni scienziati si sono dedicati alla ricerca di sistemi di cattura più attenti al benessere animale. Il progetto internazionale Carefish/catch – nato nel 2021, durerà quattro anni – va in questa direzione, dopo aver analizzato i principali sistemi di cattura in uso a livello globale.

La cattura con le reti

Le reti da circuizione sono il metodo più comune dopo la pesca a strascico. Servono a catturare i pesci che vivono in banchi. Possono essere piccoli, come sardine o acciughe; di media taglia, come gli sgombri; di taglia grande, come i tonni. Prima i pesci vengono accerchiati, poi i pescatori chiudono la rete dal basso e intrappolano i pesci, e successivamente li tirano a bordo.

Molto spesso succede che tartarughe e mammiferi marini rimangano imprigionati nelle reti da circuizione: anche se liberati, subiscono lesioni e stress. In molti casi i pesci muoiono con inutili sofferenze: può accadere perché se ne catturano troppi per la capacità della nave o per la quota consentita, oppure perché sono troppo piccoli e vengono ributtati in mare. Tuttavia, i pesci rilasciati raramente sopravvivono.

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Come conservare il pesce a bordo

Più a lungo i pesci rimangono nella rete, più soffrono: si feriscono, soffocano, muoiono per sfinimento, vengono schiacciati nei contenitori.

Non esiste attualmente un metodo in grado di alleviare le sofferenze dei pesci. Forse sarebbe meglio stordirli e macellarli subito, ma in realtà vengono conservati vivi.

CCMAR (Centro de CIencias do Mar), partner del progetto Carefish/catch, ha condotto dei test per individuare il modo migliore per conservare il pesce a bordo. Sembra che sia preferibile conservare i pesci in contenitori con il ghiaccio; non è chiaro, però, se ciò dipenda dal fatto che il ghiaccio rallenta il metabolismo o perché i pesci percepiscono meno stress.

Con le reti da circuizione i pesci vengono storditi con scariche elettriche dentro o fuori dall’acqua. Mentre i pesci sono incoscienti vengono macellati: in questo modo la qualità della carne è migliore, con grande soddisfazione dell’industria ittica.

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L’impegno per evitare le sofferenze dei pesci

I partner del progetto Carefish/catch chiedono ai politici, agli enti di certificazione, all’industria ittica e ai rivenditori di impegnarsi per evitare le sofferenze dei pesci e far sì che il concetto di benessere animale riguardi anche la pesca.

Del progetto Carefish/catch fanno parte:

CCMAR (Portogallo), che lavora a bordo delle navi per valutare lo stato e la vitalità di diverse specie ittiche e misurarne lo stress secondo i diversi metodi di pesca;

Fair-fish (Svizzera), il database sulle sofferenze pesci causate dai vari metodi di pesca e suggerisce possibili miglioramenti;

FishEthoGroup (Portogallo), che sviluppa standard di benessere animale per la pesca certificata;

Istituto DeMos (Francia), che valuta l’impatto di queste misure sull’industria della pesca e sui consumatori;

Friend of the Sea (Italia), che converte i risultati ottenuti dai ricercatori in standard di certificazione destinati agli operatori della pesca commerciale.