Sette mesi di crescita prezzi in quasi tutti i segmenti. In testa agli aumenti, i prodotti lattiero-caseari e gli oli vegetali.
(Rinnovabili.it) – Secondo le rilevazioni della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, i prezzi dei prodotti alimentari continuano ad aumentare da sette mesi a questa parte. In testa agli aumenti i prodotti lattiero-caseari e gli oli vegetali.
A dicembre 2020 è stato registrato un aumento del 2,2% rispetto al mese di novembre. L’indice di riferimento della FAO analizza le variazioni mensili dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari comunemente scambiate: nel 2020 la media dei prezzi è cresciuta del 3,1% se confrontato con l’anno precedente. Niente, se pensiamo che nel 2011 si raggiunse un picco storico del 25%.
L’indice dei prezzi dei cereali per tutto il 2020 è stato in media del 6,6% al di sopra del livello del 2019. I prezzi all’esportazione di grano, mais, sorgo e riso sono aumentati a dicembre, in parte a causa delle preoccupazioni per le condizioni di crescita e prospettive di coltivazione in Nord e Sud America e nella Federazione Russa.
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Il prezzo degli oli vegetali ha raggiunto il livello più alto dal settembre 2012 aumentando del 4,7% a dicembre. È opportuno notare che le variazioni dei prezzi dei prodotti alimentari sono causate anche da situazioni politiche instabili, da variabili economiche, come pure dai cambiamenti climatici che compromettono quantità e qualità dei raccolti. Nel caso dell’olio di palma, ad esempio, è mancata l’offerta nei principali paesi produttori, ma il commercio internazionale è stato influenzato dall’aumento dei dazi all’esportazione in Indonesia. Gli scioperi prolungati in Argentina, invece, hanno causato l’aumento dei prezzi internazionali dell’olio di soia perché hanno avuto ripercussioni sia sull’attività produttiva che sulla logistica portuale. Una situazione che nel 2020 ha causato una crescita media dei prezzi del 19,1% rispetto all’anno precedente.
I prezzi dei prodotti lattiero-caseari della FAO sono aumentati del 3,2% a dicembre, registrando il settimo aumento mensile consecutivo. Tra le cause, la forte domanda di importazioni globali indotta dalle preoccupazioni per le condizioni più secche e più calde sulla produzione di latte dell’Oceania e dall’elevata domanda interna nell’Europa occidentale. Va comunque sottolineato che, pur registrando un aumento, nel 2020 il prezzo dei prodotti lattiero-caseari è stato in media inferiore dell’1,0% rispetto al 2019.
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A dicembre sono cresciute le quotazioni delle carni avicole. È cresciuta la domanda di importazioni, soprattutto dal Medio Oriente, come pure la vendita nei principali paesi produttori ma i focolai di influenza aviaria in Europa hanno tenuto a bada i prezzi. Per quanto riguarda la carne suina, i prezzi sono leggermente diminuiti, influenzati, in questo caso, dai focolai di peste suina africana.
L’indice dei prezzi dello zucchero, infine, è diminuito dello 0,6% a dicembre, dopo l’aumento nel mese di novembre, dovuto anche alla maggiore richiesta di zucchero raffinato dall’industria alimentare.