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La siccità accresce il rischio di carestia nel Corno d’Africa

La siccità è una delle calamità naturali più gravi e devastanti. La FAO ha lanciato un piano di intervento per scongiurare la catastrofe umanitaria nel Corno d’Africa. Le precipitazioni nella stagione delle piogge sono state insufficienti per il quarto anno consecutivo, compromettendo la sicurezza alimentare della popolazione

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(Rinnovabili.it) – La siccità è una delle calamità naturali più devastanti: paralizza la produzione alimentare, esaurisce i pascoli, sconvolge i mercati, causa la morte di persone e di animali.

La siccità aumenta la migrazione dalle aree rurali a quelle urbane, causando un ulteriore declino della produzione alimentare.

Il piano di intervento contro la siccità

I pastori sono costretti a cercare fonti alternative di cibo e acqua per i loro animali, si creano conflitti tra le comunità che si contendono le poche risorse disponibili.

La FAO ha lanciato un Piano di risposta e mitigazione per scongiurare la catastrofe umanitaria che si concentra sui quattro epicentri della siccità in tutta la regione: Gibuti, Etiopia, Kenia e Somalia. Qui la popolazione rurale è di quasi cinque milioni di persone, la cui sopravvivenza è messa a rischio.

Nel 2022 le precipitazioni nella stagione delle piogge sono state scarse per il quarto anno consecutivo, con un impatto gravissimo sulla sicurezza alimentare

Pochi finanziamenti per sostenere l’agricoltura

I progetti umanitari finanziano in modo insufficiente i sostegni per l’agricoltura, nonostante questa sopporti l’80% dell’impatto della siccità. Bisogna invece investire in un’assistenza più efficiente che guardi allo sviluppo a lungo termine.

Secondo la FAO occorrono 219 milioni di dollari. Finora ne ha raccolti circa 47 milioni, mancano ancora 172 milioni di dollari per raggiungere l’obiettivo. Con questi primi fondi si potranno salvare gli animali e ripristinare le infrastrutture utili alla sopravvivenza di circa 700mila persone.

Il Piano di risposta rapida e mitigazione contiene uno studio previsionale sulle conseguenze della siccità sulla popolazione, propone piani da attuare e indica i rischi dovuti a una risposta insufficiente e non tempestiva.

Le quattro aree salvavita

Le risorse vanno distribuite equamente tra quattro aree salvavita: l’assistenza alimentare e i mezzi di sussistenza; la nutrizione; l’acqua, i servizi sanitari e l’igiene; la salute. La mancata risposta a uno dei quattro settori comprometterà l’esito degli altri.

Rispondere a una siccità significa, prima di tutto, attuare le azioni giuste al momento giusto. Per questo la FAO sollecita un’attuazione tempestiva e su larga scala del piano. Più ingente è l’azione umanitaria migliore sarà l’impatto sulla vita delle persone.

Gli interventi urgenti prevedono infatti trasferimenti di denaro per consentire alle famiglie di coprire le spese di base per cibo, salute e riparo; distribuzione di pacchi alimentari con mangimi per animali, vaccini, sementi di qualità; fornitura di attrezzi agricoli; ripristino delle pozze d’acqua; corsi di formazione sulle buone pratiche agricole e nutrizionali.

Azioni ritardate o insufficienti porterebbero alla catastrofe definitiva queste popolazioni.