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La povertà non va in vacanza

Foto di congerdesign da Pixabay

di Isabella Ceccarini

La povertà non accenna a diminuire. Anzi, con la guerra, l’aumento dell’inflazione e le bollette alle stelle il numero di persone in difficoltà è in aumento.

La povertà cresce

Secondo Coldiretti (dati Fead – Fondo di aiuti europei agli indigenti) gli italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare sono quasi tre milioni. Mense per i poveri e pacchi alimentari sono la loro unica speranza di sopravvivenza.

Il Fead è un fondo del Ministero dell’Agricoltura con una dotazione di 500 milioni di euro per il 2023 per soddisfare le necessità alimentari delle persone in difficoltà.

È stata anche avviata la sperimentazione del reddito alimentare: 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro per il 2024 per pacchi alimentari – realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare – destinati alle persone in povertà assoluta.

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La vergogna di essere poveri

I pacchi alimentari sono preferiti alle mense perché garantiscono una maggiore riservatezza rispetto al pasto consumato in mensa: molti si vergognano della loro povertà e non vogliono farsi vedere.

I nuovi poveri sono persone che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani costretti a cessare l’attività, lavoratori del sommerso che non hanno nessun tipo di sussidio.

Come accade nei momenti difficili, per fortuna non mancano iniziative di solidarietà sociale come la Spesa Sospesa nei mercati di Campagna Amica.

Chi fa la spesa per sé può lasciare qualcosa di pagato per chi verrà dopo. Questi prodotti, in base a un accordo con i Comuni, saranno distribuiti ai più bisognosi.

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Partner della solidarietà

La Spesa Sospesa ha raccolto più di sei milioni di chili di generi alimentari a chilometro zero forniti dai produttori di Coldiretti.

Inoltre, in molti mercati di Campagna Amica i prodotti freschi invenduti vengono donati alle organizzazioni caritatevoli che li ritirano per utilizzarli nelle mense.

Oltre a Spesa Sospesa, insieme a Filiera Italia Coldiretti ha coinvolto in una grande operazione di solidarietà numerosi partner, non solo della produzione alimentare, tra i quali Casillo, Crea, Enel, Eni, Generali, Mutti, Parmigiano Reggiano, Rummo, Snam.

Aumentano le richieste al Banco Alimentare

Il Banco Alimentare rappresenta un quadro altrettanto serio. Nel 2022 stima di aver distribuito 110mila tonnellate di cibo, salvandone 42.500 dallo spreco con un risparmio di circa 92.225 tonnellate di CO2 equivalente non emesse.

«Sempre più persone e famiglie si trovano in povertà assoluta o rischiano di scivolarci nonostante abbiano un lavoro.

Dall’inizio dell’anno sono state 85mila in più le richieste ricevute dalle 7600 strutture caritative che sosteniamo in tutta Italia: è un aumento consistente di richieste che ha fatto salire a 1.750.000 le persone che aiutiamo.

Si tratta sempre più di italiani, di famiglie con figli in cui la presenza di un reddito non garantisce più la possibilità di arrivare alla fine del mese con le proprie forze. E questo a fronte di una situazione che conferma le stime dell’anno di meno 8% rispetto al 2021 del cibo recuperato e redistribuito», afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus

Crescono i costi di gestione, diminuiscono le donazioni

Anche le organizzazioni caritative devono affrontare aumenti esagerati di costi. Crescono le richieste di aiuti, ma i costi di gestione (logistica, trasporti, elettricità) sono aumentati del 45% e contemporaneamente le donazioni di aziende e privati sono calate del 30%.

L’attività instancabile di 1800 volontari copre le attività quotidiane, ma rischia di non essere più sufficiente.

Per mantenere gli stessi livelli del 2022 «il Banco Alimentare non cerca solo donazioni ma partnership con aziende, enti e istituzioni e cercheremo di promuoverle sempre di più nel corso del nuovo anno».

Per ridurre i costi di gestione si punta a «introdurre il fotovoltaico nel nostro magazzino più grande a Parma e in qualche altra sede regionale. Non ultimo sarà fondamentale ottimizzare l’attività quotidiana con ulteriori sviluppi dal punto di vista della digitalizzazione».

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