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La pesca sostenibile nell’Unione Europea

Cresce la pesca sostenibile nell’Unione Europea: i risultati positivi premiano le decisioni comunitarie in materia di gestione sostenibile della pesca. La Commissione ha l’obiettivo di mantenere gli stock ittici che sono tornati a livelli sostenibili e aiutare quelli in difficoltà a ricostituirsi

Foto di Jens Peter Olesen su Unsplash

(Rinnovabili.it) – Nell’Unione Europea la pesca è diventata complessivamente più sostenibile. Tuttavia, la strada è ancora lunga e si deve rafforzare l’impegno per far sì che le attività di pesca siano più resilienti e gli stock ittici migliorino il loro stato di salute.

Lo ha dichiarato ufficialmente la Commissione Europea nella comunicazione Sustainable fishing in the EU: state of play and orientation for 2024.

Il documento contiene gli orientamenti della Commissione in merito alle possibilità di pesca per il 2024, tema che sarà oggetto di una consultazione con gli attori della filiera ittica.

L’obiettivo che vuole perseguire la Commissione è mantenere gli stock che sono tornati a livelli sostenibili e aiutare gli stock ittici in difficoltà a ricostituirsi.

Lo scenario nelle diverse aree

La situazione è complessivamente abbastanza buona, anche se non omogenea.

Ad esempio, nell’Atlantico nordorientale si sono registrati i migliori risultati in termini di sostenibilità. sul podio è il Golfo di Biscaglia, la prima area marittima dell’UE senza stock sovrasfruttati. Un risultato che premia le decisioni comunitarie in materia di gestione sostenibile della pesca.

Anche nel Mediterraneo e nel Mar Nero (dove l’aggressione militare russa all’Ucraina ha influito anche sulla pesca e sui flussi commerciali) gli stock stanno gradualmente diventando più sani, ma ancora non abbastanza. Il tasso di mortalità è il più basso registrato finora, tuttavia è ancora superiore del 71% al tasso di sostenibilità raccomandato.

La situazione nel Mar Baltico rimane ancora difficile.

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Cambiamento climatico e pesca illegale

Quello che purtroppo non migliora è il cambiamento climatico, che influisce molto sulla salute e la disponibilità degli stock ittici. Un problema ambientale che diventa anche economico e sociale, poiché la sopravvivenza delle comunità costiere dipende in gran parte dalla pesca.

La pesca illegale non dichiarata e non regolamentata (INN) è un fenomeno globale, anche se si verifica maggiormente nelle nazioni a sud del mondo, dove manca una gestione delle attività di pesca e scarseggiano sia la sorveglianza che il rispetto delle regole.

Le attività illecite di INN mettono fortemente a rischio la sopravvivenza degli stock ittici e quindi la sicurezza economica e alimentare delle comunità costiere.

La Commissione ha già emanato un pacchetto di misure per migliorare la pesca e l’acquacoltura nell’Unione Europea e raggiungere una maggiore sostenibilità economica e ambientale.

Inoltre, ha avviato una consultazione pubblica online (termine ultimo per la partecipazione il 9 agosto). Successivamente, le sue proposte di regolamento sulle possibilità di pesca per il 2024, basate sui piani pluriennali e sui pareri di scienziati ed esperti.