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La pandemia cambia la spesa alimentare

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Foto di analogicus da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Con la pandemia siamo diventati tutti chef. Secondo i dati Istat diffusi da Coldiretti, il 64% degli italiani ha scoperto la passione per la cucina, una passione scoppiata durante il lockdown dei mesi scorsi, quando andavano letteralmente a ruba farine e lieviti ad uso di improvvisati pizzaioli e di emule di nonna Papera sempre pronte a sfornare torte e biscotti.

La ripresa dei contagi e le ultime misure imposte dal Governo faranno sicuramente preferire una tranquilla serata in casa piuttosto che un assembramento fuori dai locali: mangiare a casa è meglio dell’aperitivo in mezzo a estranei. Cucinare, sperimentare, fare marmellate o la pasta fatta in casa sono diventate attività molto appealing a tutte le età. Una buona fonte di ispirazione viene dagli agrichef di Terranostra Campagna Amica, che propongono una serie di tutorial e corsi online sui piatti della tradizione contadina da realizzare dopo aver fatto la spesa di prodotti stagionali nei mercati di Campagna Amica in tutta sicurezza: gli ingressi sono contingentati e tutti gli operatori indossano guanti e mascherina. 

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L’aumento della spesa alimentare domestica è coincisa con il lockdown e con lo smart working: trascorrere più tempo in casa e quindi in cucina ha fatto spendere 10 miliardi di euro in più. Lavorare in casa non solo ha consentito di prepararsi i pasti anziché acquistare cibi precotti o panini, ma l’effetto pandemia si è fatto sentire nel carrello anche per gli aperitivi: si è registrato un aumento nella vendita al dettaglio di vino (+9,4%) e birra (+16,2%), di salumi (+10,2%) e formaggi (+12,5%). 

Pizzaioli e nonna Papera hanno fato schizzare le vendite di uova (+22%) e farina (+59%). Se frutta e verdura hanno registrato rispettivamente +11,1% e +12,2%, anche  carni fresche (complessivamente +10,5%), olio extravergine di oliva (+9,5%), latte (+7,9%), pasta (+12,5%) e riso (+16%) hanno avuto un alto indice di gradimento.

L’altra faccia della medaglia è il crollo dei consumi in bar, ristoranti e pizzerie causato dalla pandemia: nel settore Horeca (hotel, ristoranti e café) la mancanza di turisti e lavoratori ha causato un calo di spesa quantificato in 34 miliardi di euro.

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