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La Nuova Zelanda tassa le emissioni degli allevamenti: è la 1° al mondo

Emissioni degli allevamenti: Nuova Zelanda, ecco la tassa su metano e NOx
Photo by Jonas Koel on Unsplash

Metano biogenico e ossidi di azoto sono le maggiori emissioni degli allevamenti

(Rinnovabili.it) – Una tassa sulle emissioni degli allevamenti. In vigore dal 2025. Da applicare sia al metano che risulta dalla fermentazione enterica, sia all’ossido di azoto rilasciato dai liquami. È la proposta lanciata oggi dal governo di Jacinda Andern, con cui la Nuova Zelanda potrebbe diventare il primo paese al mondo a introdurre una misura del genere. Altri paesi hanno provato strade diverse: l’Olanda, ad esempio, ridurrà direttamente il numero di capi.

“La proposta, così com’è, significa che gli agricoltori neozelandesi saranno i primi al mondo a ridurre le emissioni agricole, ha annunciato la premier. “Nessun altro paese al mondo ha ancora sviluppato un sistema di tariffazione e riduzione delle emissioni agricole, quindi i nostri agricoltori beneficeranno del fatto di essere i primi, ha aggiunto. “La riduzione delle emissioni aiuterà gli agricoltori neozelandesi ad essere non solo i migliori al mondo, ma anche i migliori per il mondo”.

Parole che non bastano a convincere gli allevatori. La principale lobby dell’industria ha subito rispedito il piano al mittente perché non farebbe altro che “strappare le budella alla Nuova Zelanda fatta di piccole città” e costringerebbe tutti a chiuder bottega. Un’opposizione di non poco conto, per Andern: il settore è la prima voce dell’export nazionale con quasi 50 miliardi di dollari di fatturato. Ed è anche il maggiore responsabile per i gas serra neozelandesi: ne produce circa la metà.

Il piano per tagliare le emissioni degli allevamenti

Proprio per limitare al minimo i malumori dei portatori di interesse, il piano sulle emissioni degli allevamenti annunciato da Andern è il risultato di un processo di consultazione. Incardinato sulla piattaforma He Waka Eke Noa che dal 2019 riunisce governo, maori e allevatori. Questi ultimi avrebbero voluto un meccanismo che calcolasse le emissioni a livello di singola azienda agricola, invece di un ETS agricolo nazionale. Se entro il 1° gennaio 2025 questo nuovo sistema di tassazione proposto dalla piattaforma non entrerà in vigore, gli allevatori saranno automaticamente soggetti al mercato del carbonio del paese.

Come funzionerà il nuovo sistema? Si applicherà a tutti gli allevatori che superano determinate soglie di utilizzo di fertilizzanti e di numero di capi posseduti. Il governo fisserà delle tariffe specifiche per ciascun tipo di gas serra, con quello per il metano che verrà rimodulato man mano che ci si avvicina al target nazionale (-10% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2017).

Il calcolo della tassa si basa sull’autodichiarazione degli allevatori, che devono trasmettere alle autorità dati sulla superficie dell’azienda, numero e output produttivo del bestiame, uso di fertilizzanti azotati. I proventi della tassa saranno reimpiegati per la ricerca di soluzioni tecnologiche per abbattere le emissioni e in pagamenti per gli allevatori che passano a pratiche più sostenibili.

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