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La Giornata mondiale della pasta 2022 celebra il Made in Italy sostenibile

La Giornata mondiale della pasta celebra un pilastro del Made in Italy e della Dieta Mediterranea. Un prodotto sano, sostenibile, economico e facile da preparare. L’aumento record delle esportazioni testimonia la qualità di un prodotto che risente delle difficoltà attuali. Bisogna sostenere il settore con politiche adeguate e puntare su tecnologia e innovazione per renderlo sempre più amico dell’ambiente

Giornata mondiale della pasta 2022
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Pasta e verdura, pilastri della Dieta Mediterranea. In occasione della Giornata mondiale della pasta 2022 è importante ricordare due delle componenti principali di un regime alimentare sano e anche sostenibile: quello che il mondo ci invidia e che dal 2010 l’Unesco ha iscritto nella lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’umanità. La pasta, inoltre, è facile da preparare e piace praticamente a tutti.

Sono tempi duri, e mangiare sano controllando la spesa non è sempre facile. Sarà per questo che la pasta sta andando così forte anche sui mercati esteri? L’aumento record delle esportazioni (+33%) testimonia che la qualità e il prezzo contenuto di un piatto di pasta fanno gola in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti le vendite sono cresciute del 45% (forse anche a causa dell’euro debole), in Germania si mangia il 31% di pasta in più, in Francia l’incremento delle vendite è arrivato al +25%.

Cosa c’è dietro un piatto di pasta?

In Italia si producono 3,6 milioni di tonnellate di pasta (circa ¼ della produzione mondiale). Ma sappiamo davvero cosa c’è dietro alla pasta che portiamo in tavola?

Prima di tutto 200mila aziende agricole, una filiera di 360 imprese e circa 7500 addetti. Valore complessivo, 5 miliardi di euro (dati  Coldiretti).

La Giornata mondiale della pasta 2022 accende un faro anche sui consumatori. La loro crescente consapevolezza ambientale li porta alla ricerca di prodotti sostenibili, come testimonia l’aumento delle vendite di prodotti fatti con grani antichi, varietà che non hanno subito modificazioni per aumentarne la resa.

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I grani antichi: Senatore Cappelli, Timilia, Saragolla

Il più famoso è il Senatore Cappelli, varietà rustica molto resistente selezionata dal genetista Nazareno Strampelli agli inizi del Novecento. Il grano duro Senatore Cappelli è adatto ai terreni poveri e argillosi, le sue spighe alte impediscono la crescita delle erbacce e non hanno bisogno di diserbanti: ovvero una coltivazione amica dell’ambiente.

Per le sue eccellenti qualità nutrizionali e l’alto valore proteico in Puglia lo chiamavano “carne dei poveri”. Il Senatore Cappelli prese il nome dal senatore Raffaele Cappelli: si occupò molto di agricoltura e fu uno dei protagonisti della riforma agraria dell’inizio del Novecento.

Un altro grano antico italiano è la Timilia: un grano facile da coltivare perché non richiede cure particolari ed è adatto alla coltivazione biologica. La Timilia ha ottime proprietà nutrizionali: basso indice glicemico, alto valore proteico, bassa quantità di glutine, contiene vitamine del gruppo B, calcio, fosforo, sodio e potassio.

Il grano Saragolla è una varietà del khorasan; fu introdotto nell’Italia centrale nel 400 d.C. Il suo declino inizia alla fine del Settecento, quando si cominciano a preferire i grani duri molto produttivi del Nord Africa o del Medio Oriente.

Oggi Saragolla è un grano di nicchia, coltivato da pochi contadini che continuano a seminarlo in alcune zone dell’Abruzzo, del Sannio e della Basilicata. Anche Saragolla ha il fusto alto ed è naturalmente resistente ai parassiti, quindi adatto alla coltivazione biologica. Ha virtù salutari analoghe a Timilia; il basso contenuto di glutine lo rende adatto a chi è moderatamente intollerante (quindi non ai celiaci).

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Attenzione alle etichette

Esiste quindi la possibilità di reperire tipi di pasta fatta con grani di provenienza nazionale, salutari e sostenibili. Ma attenzione alle etichette: chi vuole consumare pasta 100% Made in Italy deve cercare le indicazioni “Paese di coltivazione del grano: Italia” e “Paese di molitura: Italia”.

Secondo un’elaborazione del Centro Studi di Confagricoltura, la coltivazione di frumento duro nel nostro Paese copre 1,26 milioni di ettari di superficie ed è la coltura più estesa in Italia, con una produzione raccolta totale di oltre 3,9 di tonnellate.

Per questo, sottolinea Confagricoltura, «è indispensabile sostenere il comparto cerealicolo italiano con investimenti importanti e rimetterlo al centro dell’agricoltura nazionale».

La Giornata mondiale della pasta ci ricorda che anche questa filiera risente dei cambiamenti climatici e dell’impennata dei prezzi dell’energia. Confagricoltura sottolinea quanto sia rilevante «adattare la nostra capacità produttiva ai mutamenti climatici, intensificare in modo sostenibile le produzioni tramite investimenti materiali e immateriali affinché le imprese italiane producano di più e meglio».

Ricerca e tecnologia sono i pilastri dell’innovazione che rendono l’agricoltura più sostenibile: dall’agricoltura di precisione al miglioramento genetico di ultima generazione.

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Via libera allora nella creazione di valore anche nella filiera della pasta. Quale migliore modo di festeggiare la Giornata mondiale della pasta 2022?

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