La cattiva alimentazione è solitamente considerata un problema che riguarda la salute delle persone, ma i danni che ne derivano hanno un impatto economico altrettanto significativo: non solo nell’immediato, ma anche nel lungo periodo
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Quanto costa la cattiva alimentazione? Una cifra enorme: 3.500 miliardi di dollari stando ai dati dello studio The cost of Malnutrition: Why Policy Action is Urgent del Global Panel on Agriculture and Food Systems for Nutrition (un gruppo di esperti indipendenti sui temi dell’alimentazione e della sicurezza alimentare).
Cattiva alimentazione, salute e lavoro
Un’alimentazione corretta è la condizione indispensabile per la salute delle persone: un’ottima ragione per investire nella buona alimentazione.
Le scelte di aziende e governi sono fondamentali al pari dell’informazione; se da un lato bisogna limitare gli ingredienti dannosi (troppo sale, zucchero, grassi, additivi) nella produzione degli alimenti, dall’altro etichette chiare ed esaurienti possono orientare i consumatori verso scelte dietetiche sane.
L’alimentazione è solitamente considerata un problema che riguarda la salute delle persone, ma i danni che ne derivano hanno un impatto economico altrettanto significativo: non solo nell’immediato, ma anche nel lungo periodo.
Vediamo in concreto cosa comportano i due estremi della cattiva alimentazione. Secondo il Rapporto The State of Food Security in the World 2021, le diete povere hanno rallentato lo sviluppo fisico e cognitivo di 150 milioni di bambini in tutto il mondo, 40 milioni di bambini obesi o in sovrappeso sono già a rischio di malattie non trasmissibili: un rischio che sarà una certezza in età adulta.
Le conseguenze della cattiva alimentazione hanno ripercussioni anche nell’ambito del lavoro: i lavoratori malnutriti hanno una salute più cagionevole tanto quanto i lavoratori obesi. Se vogliamo fare un ragionamento a largo raggio, i problemi di salute determinati dalla cattiva alimentazione si traducono in oneri che pesano sul sistema sanitario nazionale.
Secondo le stime del gruppo di lavoro sull’Obiettivo 2 (sconfiggere la fame) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, il costo sanitario sarà superiore a 1,3 trilioni di dollari all’anno fino al 2030.
Il cibo sano è una priorità
Nel recente Food Systems Summit delle Nazioni Unite si è compreso che il cibo sano è una priorità. Una riflessione che ha impegnato non solo i capi di Stato, ma anche la società civile, come evidenziato dalla dichiarazione sulla trasformazione dei sistemi alimentari dei centomila giovani di Act4Food.
Ma è davvero impossibile risolvere il problema della cattiva alimentazione? No, se l’approccio all’alimentazione riparte dai sistemi alimentari.
Analizzarli in rapporto alle diverse situazioni locali può portare a diete sane, sostenibili ed economicamente accessibili, ma serve la partecipazione di tutti, dai governi all’intera filiera alimentare.
Inoltre, è necessario che i piccoli produttori abbiano dei sostegni per migliorare la produzione, accedere ai mercati e avere una sussistenza adeguata.
Perché sono importanti le mense scolastiche
Un tema di cui si parla ancora troppo poco sono le mense scolastiche. Se consideriamo che il pasto consumato a scuola è per molti bambini l’unico pasto sano della giornata (se non l’unico pasto) è facile comprendere il valore della discussione.
La School Meals Coalition è un’alleanza tra governi e numerosi partner diversi che si impegna per promuove azioni in grado di migliorare l’educazione e i sistemi alimentari e sostenere una ripresa sostenibile dopo la pandemia.
Nel 2020, con la chiusura delle scuole a causa della pandemia, ha stimato che 370 milioni di bambini abbiano perso l’unico pasto sano della giornata.
Per questo la School Meals Coalition incoraggia i governi a incentivare il cibo sano nelle mense scolastiche, e ci sembra un ottimo punto di partenza verso un’alimentazione sana.