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La cantina sottomarina in Salento all’insegna del risparmio energetico

Foto Paololeo

Il vino invecchia in mare a 30 metri di profondità

Nasce la prima cantina sottomarina in Salento che unisce terra e mare, vino e acqua: bellezza, natura e sapori uniti in un progetto all’insegna della sostenibilità e della sperimentazione vinicola che sottolinea il legame fra il mare e il territorio.

Il progetto della cantina sottomarina in Salento è nato in collaborazione con il Comune di Porto Cesareo, in provincia di Lecce: affacciato sul mare, sul suo territorio non esistono coltivazioni di vite né siti di trasformazione o di produzione di vino.

Cantine Paololeo è un’azienda vinicola salentina a conduzione familiare arrivata alla quinta generazione. L’azienda è certificata Equalitas (società che certifica la sostenibilità in ambito vitivinicolo secondo i tre pilastri: ambientale, economico ed etico-sociale) dal 2021.

Paololeo ha chiesto la concessione per ottenere uno spazio nella riserva marina di Porto Cesareo – una delle più belle d’Italia – per deporre sul fondale due grandi ceste di metallo (con una targhetta che indica il nome dell’azienda vinicola) che contengono le bottiglie dell’azienda vinicola.

1.100 bottiglie cullate dalle onde

Si tratta di 1.100 bottiglie di Mormora, metodo classico Pas Dosé da due varietà autoctone che Paololeo vuole riscoprire, la Verdeca e il Maresco. Le bottiglie rimarranno un anno alla profondità di 30 metri, al riparo dalla luce, cullate dal movimento delle onde.

La condizione per utilizzare lo spazio demaniale marino è che le ceste devono essere posizionate sono in una particolare zona dell’AMP (Area Marina Protetta) al di fuori della zona delle attività portuali.

Le cantine sottomarine già esistono in Italia (Emilia-Romagna, Toscana, Liguria e Sardegna) e all’estero (Grecia e Croazia). L’abbinamento vino-mare del Salento ha un immenso valore in termini di marketing non solo vinicolo ma anche turistico, considerata la bellezza del posto. Il fascino di Porto Cesareo abbinato al vino potrebbe aumentare ulteriormente l’attrattività del Salento.

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L’energia per la cantina sottomarina viene dal mare

L’azienda vinicola Paololeo ragiona in termini di risparmio energetico, infatti la cantina sottomarina non richiede né impianti di refrigerazione né giropallet (una gabbia che consente la rotazione delle bottiglie), perché ci pensa il moto ondoso a costo energetico zero.

Spiega l’enologo Nicola Leo: «Per capire il beneficio in termini di risparmio energetico condurremo una sperimentazione assieme all’Area Marina Protetta di Porto Cesareo.  Inoltre, la scelta di affinare le bottiglie in mare è spinta dalla volontà di sfidare le mille potenzialità del vino e dimostrare la sua grande versatilità grazie alla valorizzazione di due varietà autoctone pugliesi da riscoprire, che incontreranno il limpido mare salentino creando una sinergia perfetta».

Nei dodici mesi di permanenza in mare, il vino sarà studiato e verificato con assaggi mensili. A maturazione avvenuta, il vino sarà immesso sul mercato e le etichette dovranno recare la frase “affinata nell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo”.

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