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La California vuole vietare i coloranti sintetici nei pasti delle mense scolastiche

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Foto di Pexels da Pixabay

Ingredienti non indispensabili

Stop ai coloranti sintetici negli alimenti? È questo l’oggetto di una proposta di legge (Assembly Bill No. 2316) presentata da un deputato della California, sull’onda delle richieste di gruppi di consumatori: non vogliono più sostanze potenzialmente dannose nei pasti dei loro figli.

No ai coloranti sintetici nei cibi destinati ai bambini

La proposta è molto drastica – vietare coloranti sintetici e altri additivi nei pasti delle mense scolastiche – soprattutto se si considera che i cibi consumati negli Stati Uniti sono tra i più processati.

L’uso dei coloranti sintetici negli USA è molto comune e si trova in una vasta gamma di alimenti: dai cereali alle bevande, dai piselli in scatola alle bevande.

Dopo l’uscita di ricerche che hanno evidenziato l’esistenza di potenziali legami tra il consumo di cibi altamente processati e problemi di comportamento nei bambini, le associazioni dei consumatori hanno chiesto a gran voce che questi ingredienti fossero citati obbligatoriamente nelle etichette e che gli additivi fossero gradualmente eliminati.

In Europa e nel Regno Unito gli alimenti che contengono coloranti sintetici devono riportare l’avvertenza che possono avere un effetto negativo sull’attività e l’attenzione dei bambini.

Ingredienti non indispensabili

Le prime ricerche in proposito erano iniziate negli anni Settanta, e numerosi studi si trovarono a convergere sull’effetto dei coloranti sintetici sui disturbi del comportamento infantile. In particolare, notarono un peggioramento dei sintomi legati al deficit di attenzione e all’iperattività (ADHD).

Nel 2011 gli esperti della Food and Drug Administration approfondirono le ricerche. Non trovarono una relazione causale, ma confermarono che i sintomi di ADHD erano peggiorati nei bambini sensibili ai coloranti sintetici.

Oggi i consumatori chiedono che si facciano ricerche più approfondite a cui devono seguire scelte più nette.  

Molti di questi coloranti non sono indispensabili, ma servono a dare agli alimenti un aspetto più accattivante. È probabile, quindi, che si faccia l’auspicato salto di qualità e si decida di eliminarli.

Le alternative naturali esistono

Secondo l’estensore della proposta di legge, l’obiettivo è quello di spingere i produttori a sostituire i coloranti sintetici con prodotti alternativi. Una soluzione possibile, di cui gli estratti di paprika, curcuma, barbabietola, anguria sono solo alcuni esempi.

“Consumer Reports” è la rivista della Consumers Union, associazione senza scopo di lucro che fa test imparziali sui prodotti più diversi per aiutare i consumatori a orientarsi nelle scelte.

A conferma della correttezza delle sue valutazioni, “Consumer Reports” non accetta pubblicità, paga i prodotti che testa e non ha azionisti.

La rivista si è espressa anche in merito ai coloranti sintetici, e ritiene che eliminare i coloranti sintetici dai cibi destinati ai bambini sia un’ottima iniziativa.

Altri Stati seguono l’esempio della California

La proposta di legge segue il California Food Safety Act dell’ottobre 2023, che aveva già vietato quattro degli additivi più comuni (rosso 3, bromato di potassio, olio vegetale bromurato e parabene di propile). Altri Stati – tra cui Illinois, Missouri, New York e Washington – hanno seguito l’esempio della California.

Nel 2021 il California Office of Environmental Health Hazard Assessment (OEHHA) ha pubblicato una revisione della letteratura esistente che in sostanza conferma le tesi precedenti (Potential Neurobehavioural Effects of Synthetic Food Dyes in Children).

Inutile dire che i produttori di coloranti alimentari hanno contestato questi risultati, ritenendo che fossero basati su prove scientifiche insufficienti. Chi ha una sensibilità verso determinati ingredienti deve fare a meno di ingerirli, basta leggere l’etichetta.

Addirittura, i produttori di caramelle sono scesi in campo contro quello che viene ritenuto uno smantellamento dei regolamenti federali basandosi su leggi statali che poggiano su fragili basi scientifiche.  

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