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Irrigazione sostenibile e fotovoltaico nel vigneto

Un piccolo vigneto in Veneto ha deciso di investire in sostenibilità con un sistema di irrigazione a pioggia – che consente di risparmiare acqua – alimentato dall’energia generata dai pannelli fotovoltaici. L’impianto è gestibile da remoto con un’app

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Foto di Nicole_80 da Pixabay

(Rinnovabili.it) – In un piccolo vigneto in Veneto – appena tre ettari – la sostenibilità parte dall’irrigazione.

L’idea è venuta a Paolo Bisol e alla figlia Isabella che gestiscono la cantina Ruggeri. Il loro progetto innovativo riguarda un tipo di irrigazione all’insegna della sostenibilità ambientale in un vigneto che si trova nell’area di Trevignano, in provincia di Treviso.

Quello di Bisol è il primo progetto del genere nel Triveneto e il secondo in Italia.

Irrigazione a pioggia con un’app

La novità nasce dal fatto che l’impianto inizia a irrigare quando sorge il sole e finisce quando tramonta, grazie all’energia generata dai pannelli solari. In questi mesi di siccità i vigneti non soffrono e i costi di produzione sono rimasti accettabili perché autoprodotti.

Ma l’innovazione non finisce qui. L’impianto infatti è gestibile da remoto con un’app.

Anche un impianto fotovoltaico di dimensioni ridotte rappresenta un investimento per una piccola azienda agricola, ma sicuramente ne vale la pena e permette di gestire l’irrigazione del vigneto senza dipendere dai prezzi attualmente astronomici dell’energia.

Energia dai pannelli fotovoltaici

La famiglia Bisol ha riservato 60 metri quadrati per l’installazione dei pannelli fotovoltaici, che sono stati collocati a terra per questioni di spazio ma soprattutto perché era più semplice ottenere le necessarie autorizzazioni.

L’impianto, costato complessivamente meno di 50 mila euro, è in grado di irrigare fino a 6 ettari di terreno. Questo esempio di sostenibilità e risparmio idrico è particolarmente interessante alla luce di un cambiamento climatico che non andrà certo a mitigarsi.

In Veneto la situazione idrica è molto critica, anche se l’area del consorzio del Piave ha ancora acqua. Questo ha permesso di proteggere le coltivazioni di mais e soprattutto di pensare alle prossime coltivazioni, come il radicchio, prodotto caratteristico della regione.

L’idea dei bacini di accumulo

Tuttavia, il rischio idrico permane, tanto che è stata emessa un’ordinanza che prevede la possibilità di irrigare solo a giorni alterni.

Se le aziende avessero micro bacini di accumulo potrebbero gestire in proprio l’acqua per irrigare. Con lo sguardo rivolto al futuro si ripropone l’idea dei bacini di accumulo, di cui parla spesso anche Coldiretti.

Bisogna ragionare in prospettiva: per questo un sistema di irrigazione a pioggia e sostenibile come quello di Bisol è un esempio da seguire.