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Irrigazione, l’agricoltura della California fa i conti con la carenza di acqua

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L’intelligenza artificiale studia i consumi idrici

L’irrigazione è indispensabile all’agricoltura e la California è una potenza agricola. Quello che negli Stati Uniti è definito Golden State nel 2022 ha venduto prodotti agricoli per 59 miliardi di dollari.

Eppure, anche in uno Stato dove l’agricoltura è così rigogliosa, il cambiamento climatico lascia il segno. Le temperature aumentano, e con esse gli incendi, la siccità e un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche potrebbero rendere necessari interventi di emergenza tali da dover abbandonare parte delle coltivazioni.

Gestire l’irrigazione in modo efficiente

La gestione efficiente dell’irrigazione in agricoltura è vitale, soprattutto nelle attuali condizioni di criticità. Valutare l’impatto del cambiamento climatico sulle riserve idriche e studiare le strategie efficaci per le coltivazioni richiede la disponibilità di dati su vasta scala che al momento manca.

L’irrigazione consuma enormi quantità di acqua dolce a livello globale. Le proposte per il risparmio idrico avanzate finora prevedono di lasciare i terreni incolti, passare a colture a bassa intensità di acqua, ridurre il consumo di acqua, migliorare l’efficienza dell’irrigazione.

Rimane il fatto che i livelli di produzione agricola non possono diminuire, se devono garantire la sicurezza alimentare a una popolazione mondiale in aumento.

Uno studio della University of California – Santa Barbara ha fatto ricorso al telerilevamento, ai big data e all’intelligenza artificiale per fare uno studio su larga scala sui consumi idrici in agricoltura. Al centro dello studio è la Central Valley della California: con alcuni tipi di colture e con alcune tecniche si potrebbe raggiungere un notevole risparmio di acqua, ma ci sono parecchie differenze tra le aree della regione.

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L’agricoltura assorbe circa l’80% dell’acqua disponibile

I terreni più fertili della California, dove il clima è mite, permettono coltivazioni di alto valore che nelle altre aree dello Stato sarebbero impossibili. Per dare un’idea delle dimensioni, oltre un terzo degli ortaggi e tre quarti della frutta e delle noci consumati negli Stati Uniti provengono dalla California: ovvio che l’agricoltura assorba circa l’80% dell’acqua disponibile.

È tempo di fare di più con meno: il livello delle acque sotterranee è calato e il cambiamento climatico fa il resto. L’irrigazione efficiente è un obbligo per l’agricoltura e un dovere per l’ambiente.

Sacramento ha approvato il Sustainable Groundwater Management Act (SGMA) per garantire le risorse idriche della California.

SGMA impone che ogni bacino idrico sotterraneo dello Stato diventi sostenibile entro il 2040 e che nello stesso periodo l’uso di acque sotterranee diminuisca tra il 20% e il 50%. Disporre di mappe del consumo idrico delle colture per conoscere i consumi effettivi sarebbe quindi fondamentale.

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La grande sfida: produrre di più con meno

I ricercatori hanno fatto un’indagine accurata su traspirazione, evaporazione, pacciamatura, semina senza aratura, uso di varietà resistenti alla siccità e irrigazione a deficit (ovvero si fornisce meno acqua di quella che la coltivazione potrebbe consumare.

Gli agricoltori ritengono che sia molto adatta alla viticoltura). Essenziale è anche l’efficienza dell’irrigazione, limitando al massimo le perdite.

È la prima volta che la California si trova nella condizione di ridurre l’estrazione delle acque sotterranee.

L’obiettivo dello studio Field-scale crop water consumption estimates reveal potential water savings in California agriculture pubblicato da “Nature” è quello di mantenere alla California il suo status di potenza agricola grazie a una gestione sostenibile dell’acqua.

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