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Saranno gli insetti la fonte proteica del futuro?

insetti
via depositphotos.com

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Nel 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi di persone, che avranno diritto ad essere sfamate con cibi sani e nutrienti. Come nutrire tutti con cibi ricchi di proteine che siano anche sostenibili dal punto di vista ambientale? Avremo risorse sufficienti? Saranno gli insetti le proteine del futuro? 

Il problema non è solo di quantità o qualità di cibo, ma anche di impatto ambientale dal momento che gli allevamenti zootecnici – che siano di bovini, ovini, suini o pollame – generano importanti emissioni di gas serra, mentre gli insetti hanno un impatto ambientale infinitamente inferiore. Ma al di là di tutto, siamo pronti a cibarci di insetti? Per ora l’Unione Europea ha autorizzato l’impiego della tarma della farina come ingrediente di farine proteiche, non ancora l’uso degli insetti interi. Quindi (con qualche sollievo…) possiamo ritenere che l’impiego di insetti come ingredienti abituali della nostra dieta sia ancora lontano.

Gli assaggi, tra curiosità e perplessità

All’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in provincia di Cuneo, alcuni studenti hanno partecipato a una prova di assaggio. Si sa, i giovani sono curiosi delle novità, ma le barriere psicologiche sono sempre molto forti e in conclusione c’è maggiore disponibilità verso la farina di insetti usata come ingrediente di un prodotto composto (biscotti, cracker, barrette) che verso l’insetto intero, che genera un certo disgusto: il 54% degli italiani infatti si dice contrario a mangiare insetti. È comunque opportuno precisare che anche negli alimenti composti la farina di insetti è un ingrediente secondario: è solo il 10% del totale della farina, quindi anche ai fini del sapore la sua incidenza è limitata. 

Come fonte di proteine gli insetti sono sicuramente più “competitivi” dal punto di vista ambientale: hanno bisogno di meno cibo, consumano meno acqua e meno terreno, emettono meno gas serra. Tuttavia possono comportare potenziali rischi microbiologici perché non si conoscono a fondo i microrganismi che compongono il loro apparato digerente; se non sono allevati ma vengono catturati potrebbero essere contaminati da sostanze nocive, come i pesticidi o i fertilizzanti. Un altro problema da non sottovalutare è la presenza di allergeni, come avviene ad esempio nel caso dei crostacei; la loro ingestione sembra da sconsigliare a chi soffre già di altre allergie (acari o altri alimenti). 

L’EFSA (European Food Safety Authority) sta effettuando studi per capire rischi, pericoli e vantaggi derivanti dal consumo degli insetti. Per ora hanno evidenziato che molti insetti hanno una componente proteica di alto valore biologico e grassi insaturi come Omega 3. EFSA sta anche analizzando le popolazioni che si alimentano normalmente di insetti per studiarne gli effetti. Ad esempio in Corea il consumo di insetti è abituale, in Messico il consumo medio di cavallette e altri insetti è di circa 10 tonnellate all’anno, quindi piuttosto elevato. Molti mangiano le larve, e non ci dobbiamo stupire più di tanto. In Italia è stato consumato per anni (ora è vietato) il formaggio sardo detto in dialetto “casu marzu”, ovvero formaggio marcio, colonizzato dalle larve della mosca casearia (Piophila casei). 

Gli insetti nei mangimi per gli animali

In Italia esiste un allevamento di insetti edibili in vertical farming, Alia Insect Farm, che produce Novel Food a base di insetti edibili, sicuri e sostenibili: pasta con farina di grillo, barrette e bevande energetiche, snack. Tutti i prodotti sono sottoposti ad analisi microbiologiche allineate agli standard delle comuni preparazioni alimentari. La scelta è caduta sul grillo perché ha un’alta percentuale di vitamina B12, ferro e calcio, ma anche perché è ritenuto meno sgradito di altri insetti per il palato dei consumatori. 

Probabilmente in un futuro prossimo la farina di insetti entrerà stabilmente come sostituto proteico tra gli ingredienti dei mangimi. In Europa già si producono cibi per animali con larve di insetti che potrebbero sostituire la carne, e negli allevamenti di polli si usano con buon successo i mangimi che contengono insetti.

Non bastano conoscenze e rassicurazioni scientifiche per superare le prevenzioni psicologiche e andare verso nuove forme di alimentazione sostenibile che siano ritenute accettabili in tutto il mondo. In alcuni Paesi gli insetti fanno già parte della normalità alimentare, forse qui avrà più senso incentivarne l’impiego nella dieta quotidiana, a patto di ricordare che una dieta iperproteica non è comunque sana.

Se gli insetti sono il futuro cosa ne pensano le startup? Sono già al lavoro, anche in campi che non hanno niente a che fare con l’alimentazione, come la cosmesi. In fondo, se decollano le produzioni a base di insetti si creeranno nuovi posti di lavoro.

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