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Insetti e allergie, l’etichetta parli chiaro

Al di là delle preferenze individuali, la presenza di insetti tra gli ingredienti dei prodotti alimentari deve essere indicata in etichetta in modo evidente per questioni di salute e sicurezza delle persone. Gli insetti, infatti, possono causare allergie crociate in soggetti già sensibili a molluschi, crostacei e acari della polvere

Image by Primal Future from Pixabay

(Rinnovabili.it) – La presenza di alcuni tipi di insetti tra gli ingredienti degli alimenti sta diventando qualcosa di più di una semplice ipotesi, ma bisogna fare i conti con la possibilità di allergie. Per questo è assolutamente indispensabile che la loro presenza sia indicata in modo evidente nell’etichetta dei prodotti alimentari.

Dai mangimi all’alimentazione umana

Gli insetti sono ingredienti proteici che finora erano stati impiegati nei mangimi per gli animali. Il consumo di insetti è incoraggiato in sostituzione della carne (bovina, suina, pollame), il cui allevamento è più inquinante a causa delle emissioni di CO2.

Alcuni insetti – come bruchi, ragni, cavallette, grilli, farfalle e perfino scorpioni – sono normalmente consumati in alcune parti del mondo, ma in Europa c’è una certa resistenza dovuta a un disgusto istintivo.

Tuttavia, proprio dalla Commissione Europea è arrivato il via libera all’uso della Tenebrio molitor, ovvero la larva gialla della farina. Essiccata, può essere consumata intera o sotto forma di farina (quindi può essere presente in cracker, barrette, biscotti, grissini, minestre, prodotti sostitutivi della carne o a base di carne, pizze e prodotti da forno, minestre, e perfino nel cioccolato). Quest’anno anche il grillo domestico (Acheta domesticus) può essere commercializzato nell’Unione Europea.

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Possibilità di allergie crociate

Come già evidenziato dall’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), che pure ha dato parere positivo all’uso degli insetti per l’alimentazione umana, il loro consumo può dare luogo a casi di sensibilizzazione primaria e a allergie crociate nelle persone già allergiche anche a crostacei, molluschi e acari della polvere.

Inoltre, sottolinea l’EFSA, se gli insetti sono nutriti con sostanze che contengono ulteriori allergeni, questi possono essere presenti nell’alimento finale.

E, aggiungiamo noi, deve essere indicata anche la provenienza: in molti paesi extra-UE, infatti, vigono regole diverse da quelle europee sull’uso di sostanze nocive, o addirittura non ce ne sono affatto.

Risulta quindi evidente quanto sia importante, per tutelare la salute dei consumatori, che nell’etichetta dei prodotti alimentari sia indicata in modo forte e chiaro la presenza di insetti.

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Le stesse regole anche per bar e ristoranti

E qui sorge un problema. Se questo ingrediente è segnalato sulle confezioni che troviamo sugli scaffali di negozi e supermercati, la stessa avvertenza deve essere espressa in bar e ristoranti.

Coldiretti ha una posizione molto chiara in materia e approva i decreti annunciati dal Governo per imporre chiarezza in etichetta, ovvero indicare se ci sia farina di insetti tra gli ingredienti.

Se l’Europa preme sull’acceleratore, i consumatori non sembrano altrettanto favorevoli. In Italia dall’indagine di Coldiretti/Ixè risulta che il 54% delle persone è contrario a consumare alimenti che contengono insetti, il 24% è indifferente, il 16% è favorevole e il 6% non risponde.

Questo sondaggio conferma che gli insetti sono lontani dalle nostre abitudini alimentari, mentre in altri paesi sono considerati delle leccornie. Per questo andrebbe anche valutato il contesto culturale prima di fare scelte nette.

Ma soprattutto il discorso sui cosiddetti novel food e sull’indicazione in etichetta, al di là delle preferenze individuali, non dovrebbe prescindere da considerazioni di carattere sanitario e di sicurezza alimentare, intesa come salute delle persone.