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Insetti dannosi per l’agricoltura, MED-Gold ne studia il futuro

L’ENEA coordina uno studio internazionale nell’ambito del progetto europeo MED-GOLD. Il riscaldamento climatico è uno dei maggiori fattori di criticità per l’agricoltura e facilita la diffusione di insetti nocivi come la tignola del pomodoro che in dieci anni ha letteralmente invaso numerosi Paesi. Il nuovo studio permette di elaborare strategie di controllo ed eradicazione sul territorio

Insetti dannosi per l’agricoltura
Foto di ishan mishra da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Tra i tanti fattori di criticità per l’agricoltura, il riscaldamento climatico è quello che incide di più. Uno dei suoi effetti è anche la diffusione di insetti nocivi: ad esempio, la tignola del pomodoro (Tuta absoluta) colpisce le coltivazioni di pomodoro, patata e melanzana. Europa, Asia e America sono le aree ritenute potenzialmente più a rischio.

La novità? La proiezione al futuro

L’ENEA coordina uno studio internazionale nell’ambito del progetto europeo MED-GOLD (Turning climate-related information into added value for traditional MEDiterranean Grape, OLive and Durum wheat food systems).

Lo studio, pubblicato sul “Biological Invasions”, è il frutto della collaborazione tra l’ENEA e l’Università della California a Berkeley. L’obiettivo è quello di prevedere il potenziale invasivo in Europa e Nord Africa, ma anche in aree non ancora colpite dalla tignola del pomodoro, come Stati Uniti e Messico.

Solitamente gli studi svolgono una correlazione statistica tra la presenza di una specie in una determinata località con un tipo di clima. La novità di questo studio è che la tecnologia usata da ENEA fa una proiezione al futuro, cosa che permette di elaborare strategie di controllo e di eradicazione sul territorio.

Lo spiega uno degli autori dello studio, Luigi Ponti, ricercatore del Laboratorio di Sostenibilità, qualità e sicurezza delle produzioni agroalimentari dell’ENEA: «Abbiamo utilizzato modelli demografici basati sulla fisiologia che simulano la dinamica di popolazione di questi insetti in relazione agli scenari di cambiamento climatico e alle condizioni meteorologiche, compresi gli effetti di umidità e radiazione solare sulle temperature microclimatiche sperimentate dalle larve e dalle pupe all’interno della foglia».

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Gli insetti minacciano la sicurezza alimentare

La tignola del pomodoro in dieci anni è stata protagonista di una vera e propria invasione: ha colpito le coltivazioni di sei tra i dieci principali produttori mondiali di pomodoro (India, Turchia, Egitto, Iran, Italia e Spagna) e di recente ha aggredito anche la Cina. Stati Uniti e Messico al momento sono stati risparmiati.

Molto colpite sono alcune aree in Africa e in Asia. La tignola è una grave minaccia per la sicurezza alimentare di Paesi caratterizzate da piccole aziende a conduzione familiare completamente impreparate a combattere le invasioni di insetti.

I primi studi erano disponibili solo per le temperature superiori ai 12°. Solo dopo un’invasione nel 2015 si è cominciato a effettuare studi sotto quella soglia. Nel 2019 si è compreso che la tignola poteva sopravvivere sottozero: questo ha cambiato la metodologia dello studio superando i modelli precedenti ed ha ampliato l’area geografica esaminata.

Il riscaldamento climatico aumenta la diffusione degli insetti

I risultati non si sono fatti attendere, ha sottolineato Ponti: «Abbiamo ottenuto risultati straordinari: per effetto del riscaldamento climatico, secondo le nostre previsioni, al 2040 questo insetto nocivo si espanderà in modo considerevole verso nord e verso est in Europa, fino ad arrivare a zone dell’Eurasia ancora indenni, mentre Nord Africa e Medio Oriente diventeranno sempre di più luoghi inospitali a causa delle alte temperature.

Infatti, abbiamo dimostrato che una temperatura superiore ai 25 °C ha un impatto sulla mortalità di Tuta absoluta 16,5 volte maggiore rispetto alle basse temperature, inferiori a 7,9 °C.

Qualcosa di impensabile quando questo fitofago è arrivato in Europa, essendo noto come principale parassita del pomodoro in aree del Brasile con clima caldo simile alle zone costiere del Mediterraneo», sottolinea il ricercatore ENEA.