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Innovazione, l’agricoltura italiana è sempre più smart

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di Isabella Ceccarini

Il 64% delle aziende agricole italiane ha adottato l’innovazione nelle pratiche agricole. Probabilmente gli effetti del cambiamento climatico e l’aumento dei costi hanno imposto un’accelerazione all’agricoltura 4.0 (ovvero l’evoluzione dell’agricoltura di precisione abilitata dalle tecnologie digitali 4.0).

Gli imprenditori agricoli sono sempre più convinti che l’impiego di droni, robot, sensori, gps, piattaforme satellitari, intelligenza artificiale possano rendere l’agricoltura più sostenibile da vari punti di vista: diminuiscono l’impatto ambientale, aumentano la produttività, contengono i costi.

Agritech, numeri in crescita

L’entusiasmo dell’agricoltura per l’innovazione è testimoniato dai numeri dell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Smart Agrifood: il mercato dell’agritech in cinque anni è passato da 100 milioni di euro a 1,6 miliardi.

La spesa per macchine e attrezzature agricole nativamente connesse (47% del mercato) ha spinto la crescita del mercato (+17%). L’acquisto di sistemi di monitoraggio e controllo applicabili a macchine e attrezzature post-vendita ha inciso per il 35%.

Il 40% delle imprese agricole ha scelto l’informatizzazione con software di gestione; il 23% ha adottato sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole; il 19% si è orientato su servizi di mappatura di coltivazioni e terreni; sistemi di monitoraggio di coltivazioni e terreni per il 14% delle aziende e sistemi di supporto alle decisioni per il 12%.

La superficie coltivata con strumenti di Agricoltura 4.0 è cresciuta del 6% nel 2021 (il doppio rispetto al 2020). Cresce anche l’attenzione ai sistemi di analisi dei dati e supporto alle decisioni, impiegati dal 26% delle aziende che prevedono di investire in innovazione nel prossimo futuro.

Voglia di trasparenza

Da parte dei consumatori cresce la richiesta di trasparenza e sicurezza. Circa la metà degli italiani (53%) cerca informazioni sulla tracciabilità degli alimenti sui siti internet (22%), sui social (13%) e con il QR Code (13%).

C’è poi un gruppo di “saltuari” che si informa in modo discontinuo (35%) e un 12% di disinteressati.

È forte l’attenzione alla provenienza geografica: l’origine della materia prima e il marchio Made in Italy sono fattori che influenzano positivamente l’acquisto.

In sintesi, il consumatore vuole avere informazioni per conoscere meglio i prodotti che acquista, ma il suo utilizzo delle tecnologie digitali è ancora limitato.

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Scarsa conoscenza della blockchain

Lo dimostra il fatto che in Italia solo il 6% dei consumatori ha sentito parlare di blockchain nel settore agroalimentare e il 61% ne ignora l’esistenza.

Tra coloro che conoscono questa tecnologia, il 45% ritiene che garantisca maggiore sicurezza grazie a controlli più efficaci mentre il 51% pensa che fornisca informazioni più affidabili.

Il 54% delle aziende guarda alla blockchain per finalità di marketing e comunicazione, il 47% per la maggiore efficienza nei processi di gestione, il 26% per migliorare la sostenibilità della filiera, il 13% per il richiamo dei prodotti in caso di criticità.

Crescono le startup di smart agrifood

Un altro dato positivo dell’innovazione in agricoltura viene dalla crescita di startup di smart agrifood.

Gran parte delle startup (oltre il 60%) si trova in Nord America ed Europa, ma i finanziamenti sono erogati soprattutto in Asia (la Cina, ad esempio, ha una forte diffusione dell’e-commerce).

L’Italia è fra i primi dieci paesi per numero di startup, ma incide meno dell’1% sui finanziamenti ricevuti.

Le startup internazionali di smart agrifood si rivolgono in primis ai consumatori (e-commerce, tracciabilità dei prodotti, stato di conservazione e freschezza dei prodotti) e alle aziende agricole con le varie soluzioni per l’Agricoltura 4.0 che abbiamo menzionato.

In tema di lotta allo spreco, crescono anche le startup per la gestione delle eccedenze alimentari.

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L’innovazione e competitività del settore

L’innovazione in agricoltura rappresenta una leva strategica per la competitività e la resilienza del settore, che ne riconosce opportunità e benefici.

Gli incentivi hanno influito positivamente, soprattutto le agevolazioni dei Programmi di Sviluppo Rurale e del Piano transizione 4.0, usati da tre quarti delle aziende: l’84% ritiene che siano stati determinanti nelle scelte di investimento e hanno contribuito al rinnovo dei macchinari.

Tuttavia non mancano le criticità. Alcuni ritengono che gli incentivi non siano pienamente mirati alle esigenze delle aziende agricole e, come dispiace rilevare ogni volta che si parla di imprese in Italia, l’eccesso di burocrazia per alcuni è un peso insostenibile.

I fondi per l’innovazione

Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida ha firmato il decreto che sblocca 500 milioni di euro previsti dal PNRR per l’innovazione nel settore della meccanizzazione agricola e alimentare.

«Con questo decreto aggiungiamo un altro tassello per migliorare la qualità della produzione e diminuire l’impatto ambientale che si aggiunge al fondo da 225 milioni stanziato in legge di Bilancio per l’innovazione in agricoltura»,afferma il ministro Lollobrigida, sostenendo l’intenzione del governo di guardare al futuro dell’agroalimentare.

L’intervento prevede due sottomisure: una dotazione di 100 milioni di euro per la modernizzazione dei frantoi oleari, e una di 400 milioni di euro per l’ammodernamento dei macchinari agricoli che permettono l’introduzione di tecniche di agricoltura di precisione.  

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Selezionare le soluzioni più adatte

Afferma Chiara Corbo, direttrice dell’Osservatorio Smart AgriFood: «Sempre più centrale sarà il ruolo dei dati e la loro valorizzazione lungo tutta la filiera. L’indagine sui consumatori finali conferma che gli italiani sono sempre più attenti alla tracciabilità e alle caratteristiche di ciò che mettono nel piatto.

In questa linea, il settore agroalimentare continua a guardare con forte interesse alle tecnologie blockchain, ma sarà necessario incrementare la cultura digitale e la fiducia nelle potenzialità delle tecnologie.

Oggi, infatti, solo una minoranza degli italiani impiega in modo sistematico strumenti digitali per informarsi su ciò che acquista e meno della metà di quelli che conoscono la blockchain ha fiducia nelle sue potenzialità per la sicurezza.

Una situazione che non deve scoraggiare le aziende del settore agrifood nell’adozione di questi strumenti, ma guidare scelte consapevoli sulla selezione delle soluzioni da utilizzare a seconda del pubblico, degli obiettivi e del prodotto».

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