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Innovazione in agricoltura, qual è il ruolo del food tech oggi?

Dal ruolo degli acceleratori all'irrigazione di precisione, dall'automazione che evita la monocoltura alla tecnologia blockchain applicata alle etichette: esempi virtuosi di un'agricoltura innovativa

Innovazione in agricoltura: qual è il ruolo del food tech oggi?

L’ultimo panel della 3° edizione di Agrifood Forum 2023 è dedicato al ruolo dell’innovazione in agricoltura

(Rinnovabili.it) – Dove sta andando l’innovazione in agricoltura? Quali sono i cambiamenti a livello di filiera a cui andiamo incontro mentre la sostenibilità si fa largo nel settore agroalimentare? Qual è il ruolo del food tech oggi? Sono le domande intorno a cui si è sviluppato il 4° e ultimo panel di Agrifood Forum 2023, l’evento digitale di Rinnovabili.it arrivato quest’anno alla 3° edizione. Protagoniste le start up, che possono rappresentare un’accelerazione in fatto di sostenibilità e innovazione.

Accelerare l’innovazione in agricoltura

Soprattutto quando dietro c’è una struttura di supporto che moltiplica le loro possibilità come Eatable Adventures, il più grande acceleratore specializzato sul verticale agrifood in Italia e tra i maggiori al mondo. Con un database di 25mila founder legati a oltre 9mila progetti, l’acceleratore lavora fianco a fianco con governi ed enti governativi (in Italia, ad esempio, con Cassa Depositi e Prestiti), ma anche con amministrazioni locali all’estero. Come il comune di Madrid, per conto del quale gestisce l’Innovation Hub della capitale spagnola per supportare sia le corporate, sia le start up, sia, ancora, per lavorare insieme agli studenti e sensibilizzarli alla sostenibilità e al ruolo dell’innovazione in agricoltura. In Italia, inoltre, Eatable Adventures gestisce FoodSeed, che è inserito nella rete italiana di acceleratori.

Qual è il ruolo concreto dell’acceleratore? Lo spiega il vice president e general manager di Eatable Adventures Riccardo Fisogni portando l’esempio di ekonoke, una start up che si occupa di indoor farming. “Si era proposta per produrre soprattutto lattuga per il consumo quotidiano ma non riusciva a essere competitiva sui prezzi”, spiega Fisogni. “Li abbiamo supportati nel rimodulare il loro business verso la produzione di luppolo. E il progetto è decollato. Oggi la produzione di luppolo è concentrata solo in Germania e Nord America ed è in crisi per clima (con rese che vanno da -30 a -70%). Tutta l’industria della birra quindi è in difficoltà.  Con la scelta del luppolo ekonoke “ha garantito la continuità dell’approvvigionamento di una materia prima fondamentale”, sempre tenendo la sostenibilità al centro: “tutta l’energia usata viene dal fotovoltaico, il consumo di acqua è 20 volte meno rispetto alla coltivazione in campo, l’impronta dell’impianto è negativa e non si usano pesticidi”.

Le idee dietro l’innovazione

ekonoke ha base a Madrid ma il panorama italiano è ricco di esempi di startup che riescono a proporre e consolidare il loro business grazie all’innovazione in agricoltura. Come Netafim Italia, azienda leader nell’irrigazione di precisione con risultati di efficienza intorno al 90-95% e quindi un altissimo risparmio idrico. “Assecondiamo la coltura senza farla mai andare in stress idrico, ma facendole esprimere tutto il potenziale genetico” spiega Alberto Puggioni, direttore del Dipartimento Agronomico e Tecnico di Netafim Italia. “Sul riso, su cui ci siamo concentrati recentemente, grazie all’irrigazione di precisione abbiamo ottenuto anche una buona riduzione dei metalli pesanti”.

Sempre all’irrigazione di precisione – insieme a molte altre attività agricole – è legato Hortobot, un sistema robotico avanzato che gestisce appezzamenti di terreno di taglia aziendale (da 600 m2 a 1 ettaro). “La macchina esegue l’irrigazione di precisione e riesce a garantire una gestione quasi completa del campo tra arieggiatura, strigliatura, fresatura e sarchiatura”, spiega Roberto Minetto, presidente e cofondatore di Hortobot. Il sistema consiste in un carro-ponte lungo dai 6 ai 27 metri con una testa centrale che effettua le lavorazioni in modo autonomo. Oltre a un motore full electric e al risparmio idrico che garantisce, la macchina dà un vantaggio all’agricoltore: “Si riesce a gestire meglio più colture contemporaneamente, mentre senza supporto questa attività è complessa e molti agricoltori ci rinunciano. In questo modo quindi si evita la monocoltura, con un miglioramento della qualità del terreno”, conclude Minetto.

Dal campo alla distribuzione, l’innovazione in agricoltura passa anche tramite la tecnologia blockchain. La usa pOsti, un’azienda che ha sviluppato una piattaforma di mappatura della filiera alimentare tramite l’uso di un registro distribuito, inalterabile e accessibile a tutti. In pratica certifica origine e qualità del prodotto e dei suoi ingredienti in modo sicuro. Quindi garantisce una tracciabilità completa. “La tecnologia blockchain garantisce l’autenticità e la fonte del dato”, spiega Virgilio Maretto, ad e cofondatore di pOsti. “Registrando le informazioni in blockchain si ha la garanzia che non siano più modificabili e siano trasparenti e accessibili a tutti”. L’etichetta diventa un QR Code che non contiene solo le informazioni obbligatorie, ma anche dati aggiuntivi e personalizzati a seconda delle richieste del contesto e del produttore. “Ad esempio, si può usare il QR Code anche per inserire una spiegazione delle certificazioni del prodotto, invece di mettere semplicemente il simbolo”.