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Innovazione, Borgoluce sperimenta in vigna il robot Icaro X4

robot Icaro X4

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Nei vigneti dell’azienda Borgoluce di Susegana, in provincia di Treviso, storia e innovazione in agricoltura parlano con una voce sola, quella del robot autonomo Icaro X4 pensato per combattere oidio e peronospora, parassiti della vite

Icaro X4 – ideato e sviluppato dalla startup Free Green Nature con sede a Colle Umberto (TV) – irradia i raggi UV-C, cioè gli ultravioletti con intervallo di lunghezza d’onda compreso tra i 280 e 100 nanometri utilizzando due pannelli laterali ripiegabili e adattabili, simili a delle ali, composti da emettitori a raggi UV-C. I raggi ultravioletti hanno effetto germicida e inducono la vite a produrre sostanze di autodifesa; in più Icaro X4 convoglia sulle foglie di vite l’ozono prodotto dalle sue lampade UV.

Il robot sarà instancabile, lavorerà anche di notte e con la pioggia, le condizioni migliori per sconfiggere i parassiti della vite. Se un solo trattamento notturno alla settimana può debellare l’oidio, è possibile dimezzare i trattamenti per contrastare l’insorgere della peronospora stimolando le autodifese della pianta grazie agli ultravioletti. 

Viticoltura e paesaggio

Il progetto di ricerca è sostenuto da Banca Prealpi San Biagio e gestito dal CREA-VE (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, sede del Veneto) di Conegliano.

La protezione della vite è di particolare rilievo in un territorio come quello del Trevigiano, vocato alla produzione di Prosecco, uno dei prodotti vinicoli italiani di qualità di maggior successo, molto apprezzato anche all’estero. Il Prosecco punta da tempo sulla sostenibilità: il disciplinare del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG vieta già dal 2019 l’uso del glifosato, tanto che questo è il più vasto territorio viticolo europeo glifosato-free.

Facile comprendere perché Banca Prealpi San Biagio – che dispone di un Ufficio Agricoltura – abbia deciso di finanziare la sperimentazione di Icaro X4 con un contributo biennale in un settore chiave dell’economia locale come la viticoltura, che ha importanti ricadute anche sul paesaggio: «Le iniziative che la Banca sta portando avanti per sostenere un’agricoltura sempre più all’avanguardia, anche sul piano ambientale, si rivolgono soprattutto ai produttori agricoli, oggi più che mai chiamati a gestire realtà imprenditoriali e territoriali intrinsecamente connesse con temi quali la tutela dell’ambiente e la preservazione del paesaggio. Abbiamo creduto sin da subito in questo progetto innovativo e confidiamo che possa avere delle ricadute positive a favore di tutte le realtà locali», ha spiegato Carlo Antiga, presidente di Banca Prealpi San Biagio.

Tecnologie per l’ambiente

CREA-VE sta sperimentando sistemi di lotta integrati contro le malattie fungine e batteriche delle colture utilizzando tecnologie d’avanguardia che, come nel caso di Icaro X4, utilizzano i raggi UV. In Borgoluce – azienda agricola multifunzionale caratterizzata da una cura particolare per l’ambiente e dalla conduzione biologica e biodinamica – verranno valutati gli effetti dei raggi UV sul vigneto e studiate le combinazioni tra intensità di radiazione, frequenza dei trattamenti e modalità operative per far coprire a Icaro X4 la maggior superficie vitata possibile. Il risultato del lavoro del robot sarà monitorato da Lodovico Giustiniani di Borgoluce: «Il ruolo delle innovazioni tecnologiche in viticoltura è proprio quello di supportare le aziende nel gestire il vigneto, in quanto la sfida della sostenibilità ambientale non è più rinviabile. Icaro X4 sarà uno strumento fondamentale per la riduzione dell’utilizzo di anticrittogamici per la difesa della vite e la partecipazione di Borgoluce alle prove in campo rientra nella filosofia aziendale di introdurre nuove tecniche a basso impatto ambientale». 

Le aspettative nei confronti di Icaro X4 sono alte.  «Il Centro di Ricerca CREA-VE, che avrà il compito di testare Icaro X4, è assolutamente fiducioso nelle potenzialità di questa innovazione, dando già per scontato che questa sia la strada per raggiungere l’obiettivo che si è data la Comunità Europea, ovvero ridurre del 50% l’uso dei fitofarmaci in viticoltura entro il 2030, ma soprattutto di dare una possibilità concreta allo sviluppo della viticoltura biologica nel Veneto e non solo», ha dichiarato Diego Tommasi di CREA-VE. 

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