(Rinnovabili.it) – L’ultima frontiera dell’ingegneria genetica applicabile alle piante arriva dal RIKEN Center for Sustainable Resource Science (CSRS) del Giappone.
Il centro svolge ricerca di base nel campo della produzione alimentare sostenibile: l’obiettivo è perseguire nuove tecniche che abbiano minore impatto ambientale.
Lo studio di ingegneria genetica del CSRS è stato pubblicato nella rivista scientifica “ACS Nano”.
Obiettivo sostenibilità
I punti di riferimento del CSRS sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e gli Accordi di Parigi sul raggiungimento di zero emissioni di gas serra.
In tale ottica, il CSRS promuove cinque progetti: Innovative Plant Biotechnology, Metabolic Genome Engineering, Innovative Catalysts, Leading-edge Polymers e Advanced Research and Technology Platforms.
I ricercatori del CSRS hanno individuato una tecnica di ingegneria genetica per migliorare la qualità delle colture senza modificare geneticamente le piante. La nuova tecnica, infatti, non interviene sul genoma delle piante ma grazie a uno spray introduce molecole bioattive nelle cellule vegetali attraverso le foglie.
Le perplessità sulle tecniche di ingegneria genetica
L’ingegneria genetica permette di creare organismi geneticamente modificati (OGM).
Tuttavia, queste tecniche incontrano una forte opposizione da parte dell’opinione pubblica, preoccupata dagli effetti sull’ambiente, sugli animali e soprattutto sulla salute umana.
I ricercatori del CSRS sono riusciti a sviluppare un sistema alternativo. In sostanza, anziché cambiare il genoma di una pianta, si può inserire un composto bioattivo nella pianta tramite un vettore che penetra nelle cellule vegetali.
I ricercatori giapponesi hanno condotto una sperimentazione in laboratorio su una pianta infestante, su soia e pomodori per capire quali sostanze potessero penetrare più in profondità nelle piante.
Resistenza ai parassiti e alla siccità
Secondo i ricercatori, grazie alla nuova tecnologia le colture potrebbero resistere meglio sia all’attacco dei parassiti che alla siccità. Ci sarebbero anche altri due vantaggi: tempi più rapidi e costi inferiori rispetto alla produzione di colture geneticamente modificate fatta finora.
L’applicazione ad alto rendimento di molecole bioattive tramite irrorazione fogliare potrebbe quindi rappresentare un sistema all’avanguardia per il miglioramento delle colture.
La nuova tecnologia introduce in modo rapido e semplice biomolecole nelle cellule vegetali senza ricorrere a complesse e costose tecniche di laboratorio, e soprattutto non modifica in modo permanente il genoma delle piante.
Dal laboratorio al campo
La difficoltà per i ricercatori giapponesi è stata quella di trasportare questa tecnica di ingegneria genetica alle coltivazioni in campo; per questo hanno pensato a uno spray che si potrebbe utilizzare anche su grandi estensioni agricole.
Questa nuova tecnica di ingegneria genetica potrebbe quindi aprire nuove prospettive per la sicurezza alimentare del Pianeta.
È sempre positivo che la ricerca vada avanti per trovare soluzioni innovative a problemi complessi, ma non bisogna mai dimenticare le eventuali implicazioni per la salute umana.