di Francesco Genovese
Nell’ambito di NextGenerationEU, programma finanziato dall’Unione europea, e delle attività di ricerca dell’Università degli Studi della Basilicata, in qualità di soggetto affiliato al Centro Nazionale per le Tecnologie in Agricoltura “Agritech”, si svolge un importante progetto sulla gestione post raccolta dei frutti di bosco.
Il progetto ricade nello Spoke 7 (Integrated models for the development of marginal areas to promote multifunctional production systems enhancing agroecological and socio-economic sustainability) ed ha i seguenti obiettivi:
- un approfondimento sulle aziende agricole collocate in aree montane della Basilicata, impegnate nella coltivazione di piccoli frutti di bosco e in particolare fragoline di bosco, lamponi, mirtilli, more e ribes;
- la sperimentazione di metodi innovativi per il confezionamento e l’estensione della shelf life dei prodotti;
- la realizzazione di reti di sensori low-cost per una gestione intelligente della coltivazione, a supporto del produttore.
Contestualmente alle attività sperimentali, la ricerca ha portato all’approfondimento degli aspetti agronomici della coltivazione dei piccoli frutti e delle modalità di raccolta e conservazione. Questo ha permesso la predisposizione di schede tecniche per ciascuna coltura individuata sul territorio ed in particolare della fragolina di bosco, del lampone, delle more, del mirtillo e del ribes. Tali schede, in maniera schematica, presentano una descrizione delle caratteristiche botaniche, delle condizioni climatiche favorevoli e sfavorevoli allo sviluppo delle colture, delle caratteristiche del terreno ottimali per le singole colture.
I primi risultati del progetto, svolto grazie alla collaborazione di produttori locali, riguardano le more (Rubus spp.), che rientrano nella categoria dei frutti altamente deperibili per via della limitata shelf life, e della elevata suscettibilità ai danni causati durante la raccolta, che ne favoriscono gli attacchi di parassiti e fungini, responsabili di marciumi che conducono al deterioramento rapido del frutto.
In foto: a) vista dall’alto di una coltivazione di more a ridosso della città di Potenza e b) piante di more in piena produzione (foto di Francesco Genovese).
Per la produzione dei risultati sperimentali, volti ad estendere la shelf life delle more, si è puntato su alcuni materiali innovativi per il confezionamento delle more, puntando su materiali compostabili prodotti a partire da amido di mais, manioca ed eucalipto; è stato, inoltre, impiegato un sistema di confezionamento basato sull’atmosfera protettiva, utilizzando 10% O2 e 10% CO2.
Tra i parametri esaminati durante la conservazione, sono stati presi in considerazione: la variazione degli attributi esteriori dei frutti (colore, calibro, forma, assenza di difetti), l’evoluzione della concentrazione gassosa nelle confezioni, il calo peso, la consistenza, il contenuto in solidi solubili, l’acidità titolabile, e alcuni valori nutrizionali (vitamine, antociani, potere antiossidante).
I risultati raggiunti confluiranno in un sistema condiviso di raccolta dati, sotto forma di:
- contenuti digitali: protocolli per la gestione sostenibile in post raccolta dei piccoli frutti di bosco, foto e video relativi alle fasi svolte in post-raccolta, elenco dei materiali e caratteristiche impiegati per la conservazione dei prodotti, aziende e contatti da cui approvvigionare i materiali.
- contenuti informatici: algoritmi da usare per la creazione in una smart window dalla quale estrapolare informazioni relative allo stato qualitativo generale, o relative a parametri specifici in relazione alla tipologia di packaging, prodotto (more, fragoline di bosco, etc) e temperatura di conservazione.
Studio condotto nell’ambito del Centro Nazionale Agritech, finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU (PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) – MISSIONE 4 COMPONENTE 2, INVESTIMENTO 1.4 – D.D. 1032 17/06/2022, CN00000022).