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I prodotti di IV gamma della Piana del Sele: la comodità sostenibile

Foto Fondazione Symbola

Coltivazioni amiche dell’ambiente

I prodotti di IV gamma sono molto amati da chi ha fretta ma non vuole rinunciare a mangiare prodotti freschi.

Per prodotti di IV gamma si intendono quelli freschi, lavati, tagliati, confezionati e pronti per il consumo: molto comodi e per questo molto apprezzati dai consumatori anche per l’assenza di scarti. Inoltre, piacciono per la ridotta quota di residui di pesticidi, che rimane molto al di sotto di quella consentita per la produzione tradizionale.

IV gamma, prodotti ortofrutticoli pronti da consumare

L’offerta riguarda i prodotti ortofrutticoli: vari tipi di insalate, erbe aromatiche, cipolla a cubetti, patate sbucciate e affettate, funghi puliti e affettati, frutta a spicchi o a piccoli pezzi (arance, melone, mango, pesche).

I prodotti di IV gamma piacciono anche agli agricoltori: si prestano a nuovi sistemi di produzione (come l’agricoltura verticale), assicurano il collocamento dei prodotti, i prezzi di vendita assicurano una remunerazione adeguata.

L’introduzione dei prodotti di IV gamma nei mercati europei risale agli anni Settanta, e l’interesse nei loro confronti è stato costantemente in crescita: nel 2023 hanno superato il miliardo di euro di fatturato e ormai rappresentano il 18% del valore economico del mercato ortofrutticolo in Italia.

I prodotti di IV gamma fra innovazione, qualità e sostenibilità

In questi anni si è assistito a un’evoluzione in varie direzioni: prima di tutto verso l’innovazione, con un maggiore impiego di nuove tecnologie, poi verso quella sostenibilità che una quota crescenti di consumatori abbina alla qualità.

Fondazione Symbola con le banche del Gruppo BCC Iccrea Campania Centro, Magna Grecia e Capaccio Paestum e Serino ha realizzato lo studio Filiere sostenibili della Piana del Sele – IV gamma.

La Piana del Sele – dove si trova uno dei principali poli produttivi dei prodotti di IV gamma ­– è al centro di una analisi che ha l’obiettivo di individuare soluzioni innovative per una maggiore sostenibilità.

Il rapporto esamina 30 soluzioni innovative e best practice con il coinvolgimento di imprese, consorzi, tecnici ed esperti. L’obiettivo è arrivare a individuare nuove strategie di filiera che vanno dalla produzione agricola all’imballaggio, dalla logistica alla distribuzione e trasformare i centri di produzione in laboratori di sostenibilità.

Le nuove tecnologie intervengono sia in fase di coltivazione che di trasformazione per migliorare l’efficienza energetica e diminuire il consumo di acqua, di fertilizzanti e di pesticidi, ridurre i rifiuti e rendere più sostenibile l’intera filiera. La IV gamma richiede però il mantenimento della catena del freddo per garantire un prodotto sicuro e di qualità.

L’intelligenza artificiale offre interessanti opportunità a produttori e consumatori: i sensori basati sull’Internet of Things, i codici QR e le tecnologie RFID sono importanti per la tracciabilità dei prodotti.

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Il polo produttivo della Piana del Sele

Le peculiarità climatiche e territoriali hanno favorito l’insediamento di un polo produttivo ortofrutticolo nella Piana del Sele, che oggi si estende su circa 6mila ettari ed è in forte espansione. È uno dei più importanti non solo dell’Italia meridionale, ma anche a livello nazionale e internazionale.

Oggi la Piana del Sele è il primo polo produttivo d’Europa della IV gamma e tra i primi al mondo: il clima mite permette di continuare la produzione anche quando al Nord o in altri paesi la produzione si ferma.

Uno dei prodotti di punta è la rucola, ricca di sali minerali e vitamine, povera di calorie, con proprietà depurative e drenanti, ma piuttosto vulnerabile alle malattie, specialmente alla peronospora. Tuttavia, la ricerca sta studiando varietà resistenti che potrebbero facilitare l’avvicinamento al biologico.

Definita l’oro verde del territorio, nel 2020 ha ricevuto il riconoscimento IGP, e nel 2021 si è costituito il Consorzio di tutela. La rucola, con una produzione di 400mila tonnellate (73% della produzione nazionale) vale 680 milioni di euro all’anno.

Esempi virtuosi

Le aziende della Piana del Sele sono di varia dimensione, ma tutte molto innovative, ed è forte la propensione alla sostenibilità. Se da un lato il legame con la GDO impone valori limite talvolta perfino superiori a quelli imposti dalla normativa di riferimento, dall’altro c’è la convinzione che l’uso dei fitofarmaci, prolungato nel tempo, potrebbe danneggiare la fertilità del terreno.

Non mancano quindi esempi virtuosi di coltivazione biodinamica e biologica, in alcuni casi attivi da oltre 20 anni, che si avvalgono della preziosa consulenza degli agronomi di campo. Diverse sono le innovazioni adottate per la coltivazione sostenibile.

Ad esempio, eventuali criticità di tipo microbiologico si risolvono con le lampade ultraviolette che sterilizzano l’acqua; l’adozione di sistemi intelligenti basati su centraline collegate alle stazioni meteorologiche permette di capire se e quando è utile irrigare, con un notevole risparmio di acqua; la sanificazione dei prodotti avviene invece ricorrendo all’ozono, così le insalate si conservano senza cambiare colore. Non è invece decollata la coltivazione idroponica, adatta in aree dove c’è poca terra disponibile.

La rigenerazione del terreno

La fertilità della Piana del Sele, tuttavia, si sta abbassando perché le coltivazioni di IV gamma sfruttano molto il terreno. Essendo vietato l’impiego del letame (che può comportare una proliferazione batterica), si cerca di reintegrare sostanza organica nel terreno con il sovescio e la solarizzazione del terreno.

Il primo è una pratica agronomica per cui si interrano apposite colture per mantenere o aumentare la fertilità del terreno. La seconda consiste nell’uso dell’energia solare per riscaldare il suolo bagnato e pacciamato con un film trasparente; la copertura va mantenuta per un periodo di circa due mesi.

L’efficienza energetica dipende da fotovoltaico e agrivoltaico su cui permangono alcune perplessità a cui si potrebbe ovviare con nuove soluzioni tecnologiche.

Lo studio si conclude con la valutazione di alcune possibili soluzioni e proposte per il futuro per rendere ancora più sostenibili le produzioni di IV gamma nella Piana del Sele.

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About Author / Isabella Ceccarini

Lavora da più di trent’anni nel campo editoriale e giornalistico. Di formazione umanistica, è curiosa delle novità e affascinata dalla contaminazione tra saperi diversi. Non ama i confini mentali e geografici, è un’europeista sostenitrice dell’Italia, convinta che le sue grandi qualità – bellezza, arte, cultura, creatività – che il mondo ci invidia dovrebbero essere più apprezzate per primi dagli italiani. Promuove e sviluppa iniziative di comunicazione della scienza, di formazione giornalistica professionale e di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità, ricerca, innovazione e formazione, nuove tecnologie, economia circolare. Organizza e modera tavole rotonde per mettere a confronto opinioni diverse.