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La siccità prosciuga le importazioni agricole UE

Importazioni agricole: il rischio siccità accerchia l’UE
Foto di Abdul Momin da Pixabay

L’adattamento dei sistemi produttivi l’unica contromisura per salvare le importazioni agricole

(Rinnovabili.it) – Le importazioni agricole dell’Unione Europea saranno schiacciate dal peso del cambiamento climatico. Almeno il 40% dei prodotti alimentari in ingresso sarà altamente vulnerabile alla siccità entro il 2050. Un rischio che corre lungo l’intera catena dell’economia dell’agrifood europeo, contro il quale c’è solo un rimedio efficace: mettere in campo misure di adattamento a sostegno dell’agricoltura nei paesi di origine delle merci.

Lo sottolinea uno studio pubblicato il 15 giugno sulla rivista scientifica Nature Communications. Passando allo scandaglio il sistema alimentare europeo e le sue catene del valore, gli autori sostengono che gran parte della vulnerabilità climatica del nostro comparto agrifood dipende dalle importazioni agricole. Una buona fetta, ad esempio carne e latticini, cacao, caffè, alimenti e cosmetici a base di olio di palma, proviene da aree con un’esposizione alla siccità che tende ad aumentare nei prossimi decenni.

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La situazione non è uguale per tutte le regioni di provenienza e per tutte le catene del valore. “La gravità della siccità nei luoghi di produzione delle importazioni agricole nel 2050 aumenterà del 35% rispetto agli attuali livelli di gravità della siccità”, spiegano gli autori specificando: “Ciò è particolarmente valido per le importazioni che provengono da Brasile, Indonesia, Vietnam, Thailandia, India e Turchia. Allo stesso tempo, le importazioni da Russia, Nigeria, Perù, Ecuador, Uganda e Kenya saranno in futuro meno vulnerabili”.

La risposta è l’adattamento, spiegano gli autori. Ma con un grande caveat. Un terzo delle regioni di origine delle importazioni agricole europee a rischio ha una capacità di adattarsi al cambiamento climatico e alla siccità che è molto limitata. Lo studio ha testato l’evoluzione della siccità e il suo impatto sulle importazioni agricole europee in due differenti scenari climatici: non quello più drastico, ma nell’RCP2.6 che prevede una quantità limitata di emissioni e nell’RCP6.0 che immagina un volume intermedio di gas serra in atmosfera.

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