Il rapporto della Global Alliance for the Future of Food
(Rinnovabili.it) – Il sistema alimentare globale è responsabile di almeno il 15% del consumo di combustibili fossili. Lo afferma la prima analisi a tentare una stima accurata lungo l’intera catena del valore del cibo a livello mondiale. Da cui emerge il ruolo delle lobby delle fossili e del petrolchimico nel tentare di blindare l’uso di petrolio in tutte le fasi, dalla produzione al packaging.
Quanto pesano le fossili usate dal sistema alimentare globale?
La produzione, il trasporto e lo stoccaggio degli alimenti rappresentano quasi 1/7 dei combustibili fossili utilizzati ogni anno, cioè 4,6 gigatonnellate di CO2 equivalenti. E generano almeno le stesse emissioni di tutti i paesi dell’UE e della Russia messi insieme. La stima “dal campo alla tavola” arriva da un rapporto della Global Alliance for the Future of Food, che lancia l’allarme. Anche se tutti i paesi rispettassero i loro impegni per il 2030, senza trasformazioni radicali del sistema alimentare globale esauriremo il budget di carbonio per restare sotto gli 1,5 gradi al più tardi nel 2037.
A remare contro questa trasformazione c’è l’impegno delle lobby fossili. L’analisi mette in luce il tentativo di mantenere ai livelli attuali la dipendenza della food chain globale dai combustibili ad alta impronta di carbonio. Come? Investendo “pesantemente” nei prodotti petrolchimici per produrre plastica, pesticidi e fertilizzanti. Solo negli Stati Uniti, si stimano investimenti nel settore petrolchimico per un valore di 164 miliardi di dollari nel periodo 2016-2023. La plastica e i fertilizzanti legati al settore alimentare rappresentano insieme circa il 40% dei prodotti petrolchimici.
“I sistemi alimentari industriali hanno un problema di combustibili fossili. Per prevenire un catastrofico collasso climatico, dobbiamo urgentemente svincolare i nostri sistemi alimentari – insieme ad altri settori economici – dai combustibili fossili” spiega Patty Fong della Global Alliance. “Passare dalla dipendenza dai combustibili fossili all’energia rinnovabile e all’agricoltura rigenerativa e agroecologica non solo proteggerebbe il nostro pianeta, ma renderebbe il cibo più accessibile, migliorerebbe la sicurezza alimentare, creerebbe posti di lavoro, migliorerebbe la salute e aiuterebbe a combattere la fame”.