Il settore vitivinicolo dell’Unione Europea non tiene in debito conto il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Secondo la Corte dei conti europea gli stessi finanziamenti della PAC non rispettano questi criteri
Il vino nell’UE non è abbastanza green
(Rinnovabili.it) – La politica dell’UE per il settore vitivinicolo va d’accordo con il rispetto dell’ambiente? Secondo la Corte dei conti europea la risposta è no per due motivi: non permette di raggiungere gli obiettivi ambientali e prevede misure che non portano ad accrescere la competitività del settore.
Il settore vitivinicolo ha diritto ai finanziamenti della PAC (Politica Agricola Comune) che consistono in programmi nazionali di sostegno o in pagamenti diretti, sostegno alle misure di sviluppo rurale e/o misure di promozione orizzontali. Per la Corte dei conti europea è giusto pensare alla competitività a patto che vada di pari passo con una maggiore sostenibilità ambientale, come si afferma nella relazione Misure di ristrutturazione e autorizzazioni all’impianto di vigneti nell’UE.
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Il settore vitivinicolo sotto la lente della Corte dei conti europea
L’Unione Europea è il maggior produttore, consumatore ed esportatore mondiale di vino e sostiene il settore vitivinicolo con circa 500 milioni di euro all’anno per ristrutturare i vigneti e renderli più competitivi. Nel 2022 i vigneti di 2,2 milioni di aziende vinicole coprivano circa il 2% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) comunitaria. Inoltre, dal 2016 è anche possibile richiedere l’autorizzazione per piantare nuove viti con un aumento annuo massimo dell’1% in modo da evitare un eccesso di offerta.
Pertanto, la Corte dei conti europea ritiene che ai finanziamenti ingenti non corrisponda una pari attenzione agli obiettivi di carattere ambientale. A sostegno di questa tesi, cita proprio la possibilità di ristrutturare i vigneti che potrebbe addirittura andare contro tali obiettivi se si piantano varietà di viti che hanno bisogno di più acqua. L’altro appunto riguarda l’aumento della superficie vitata che è consentito fino al 2045 senza aver fatto una valutazione sotto il profilo ambientale.
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I pagamenti della PAC non rispettano i requisiti ambientali
Già in passato Corte dei conti europea aveva raccomandato di collegare i pagamenti agli agricoltori (e ai viticoltori) al rispetto dei requisiti ambientali. La nuova PAC invece ha abolito tali requisiti per l’erogazione dei finanziamenti. Gli Stati membri dell’UE dovranno destinare solo il 5% delle risorse stanziate per il settore vitivinicolo ad azioni relative ai cambiamenti climatici, all’ambiente e alla sostenibilità. Questo è un altro aspetto che desta perplessità: puntando a una PAC più verde, il 40% della spesa complessiva si dovrebbe dedicare al raggiungimento degli obiettivi climatici.
Il giudizio della Corte dei conti europea sulla competitività dei viticoltori è molto severo. I finanziamenti sono stati erogati senza tenere conto dei criteri per aumentare la competitività, i l’attribuzione dei finanziamenti per i normali rinnovi dei vigneti non sarebbero ammissibili, i beneficiari non sono tenuti a comunicare quanto la ristrutturazione abbia accresciuto la competitività.
Altrettanto rigore riguarda l’aumento annuale massimo dell’1%, adottato senza un’adeguata analisi.