L’Italia è il maggior produttore europeo di riso. La nuova PAC prevede un taglio dei pagamenti destinati ai risicoltori tra il 50 e il 78%, una decurtazione che metterebbe in crisi un settore importante della nostra agricoltura
(Rinnovabili.it) – L’Ente Nazionale Risi ha presentato il documento predisposto da Nomisma Nuovi scenari per il riso italiano: la nuova PAC, uno studio di settore dedicato alla filiera risicola. Al Tavolo Riso, convocato dal sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio, il livello di preoccupazione per la nuova PAC è stato altissimo.
Infatti si prevede un taglio dei pagamenti destinati ai risicoltori tra il 50 e il 78%, una decurtazione che metterebbe in crisi un settore importante della nostra agricoltura.
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L’Italia è leader europeo per la produzione di riso
Un’analisi del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) conferma la leadership italiana in ambito europeo per la produzione del riso: 234mila ettari coltivati a riso, ovvero il 52% della superficie dell’Unione Europea; 1,5 milioni di tonnellate prodotte, corrispondenti al 54% del totale UE. 16mila ettari sono coltivati a biologico (il 7% del totale nazionale).
Come ha spiegato Giovanni Perinotti, presidente della Federazione Nazionale Risicoltura, «le aziende si trovano da una parte perdite di remunerazione insostenibili sul fronte dei pagamenti comunitari, dall’altra la necessità di mantenere comunque un livello di produzione adeguato (in quantità e qualità) alle esigenze dei consumatori». La situazione è complessa anche per quanto riguarda il rapporto con i mercati internazionali, soprattutto perché l’UE accorda numerose concessioni ai Paesi Terzi che vanno a scapito dei produttori europei, e quelli italiani sono particolarmente danneggiati.
Serve un patto di settore
Per Matteo Lasagna, vicepresidente di Confagricoltura, si deve capire come funziona il meccanismo dei costi produttivi a livello nazionale lungo tutta la filiera: la suddivisione del valore aggiunto del riso può essere una risposta ai tagli imposti dall’Unione Europea. «Serve un patto di settore. Una filiera coesa e una interprofessione responsabile potranno e dovranno trovare le soluzioni per affrontare la perdita di redditività che gli scenari comunitari prospettano e che andrà limitata da scelte oculate a livello nazionale».
Una delle novità della PAC sono i regimi ecologici di cui ogni Stato deve dotarsi per accedere ai fondi disponibili e che daranno diritto a un pagamento aggiuntivo per ettaro oltre a quello di base, a patto di mettere in atto pratiche agricole sostenibili. Il Mipaaf ha definito sette eco-schemi, tra cui rientrano anche innovazione e trasformazione digitale: ferma restando l’urgenza di adottare misure decisive per la trasformazione dei sistemi alimentari, è altrettanto importante che si realizzino le necessarie infrastrutture e che si definiscano strumenti di sostegno per accompagnare gli agricoltori nel percorso verso la sostenibilità.
Per la produzione del riso l’acqua è una risorsa fondamentale, ragione per cui Confagricoltura chiede al Mipaaf di valorizzarla negli eco-schemi attualmente in via di definizione.