Rinnovabili • riforma della pac

Il Piano Strategico Nazionale della nuova PAC

Il Piano Strategico Nazionale per l’attuazione e il coordinamento dei programmi della PAC 2023-2027 guarda alla sostenibilità futura del sistema agroalimentare. Mette in campo una serie di investimenti per innovare il comparto agroalimentare nel rispetto dell’ambiente, con l’occhio rivolto ai giovani e alla competitività delle aziende

riforma della pac
Foto di Zoltan Matuska da Pixabay

Il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha presentato alla Commissione Europea il Piano Strategico Nazionale per l’attuazione e il coordinamento dei programmi della PAC 2023-2027.

Un Piano articolato e complesso che guarda alla sostenibilità futura del sistema agroalimentare partendo dal presente e proponendo una strategia unitaria che riunisca tutte le parti coinvolte per raggiungere obiettivi comuni anche nell’ambito del PNRR.

Green Deal europeo, Farm to Fork, Strategia europea per la Biodiversità e Strategia Forestale europea hanno lanciato numerose sfide: dal benessere animale alla digitalizzazione del settore agricolo, alimentare e forestale, dall’inclusione sociale, alla parità di genere alle condizioni di lavoro.

Gli investimenti messi in campo intendono innovare il comparto agroalimentare nel lungo periodo aumentando i livelli di qualità e sicurezza e la competitività delle aziende, valorizzando le risorse naturali e le aree interne, riequilibrando la catena del valore nelle filiere, creando occupazione per i giovani, rispettando l’ambiente e la biodiversità.


Gli obiettivi del Piano Strategico Nazionale indicati dal Mipaaf

  • Il Piano Strategico Nazionaleprevede circa 10 miliardi di euro, tra primo e secondo pilastro, da destinare a interventi con chiare finalità ambientali. Il 25% delle risorse degli aiuti diretti sarà destinato ai 5 eco-schemi nazionali che sosterranno le aziende nell’adozione di pratiche agro-ecologiche per la sostenibilità climatico-ambientale. Gli eco-schemi opereranno in sinergia con 26 interventi agro-climatico-ambientali contenuti nel secondo pilastro. La dotazione sarà di circa 1,5 miliardi di euro, suddivisi tra interventi a favore della forestazione sostenibile (500 milioni di euro); investimenti produttivi, non produttivi e infrastrutturali a finalità ambientale (650 milioni di euro); azioni ambientali previste nell’ambito degli interventi settoriali delle organizzazioni comuni di mercato e gli investimenti ambientali del PNRR;
  • 2,5 miliardi di euro da destinare all’agricoltura biologica, considerata la tecnica di produzione privilegiata per concorrere al raggiungimento di tutti gli obiettivi ambientali previsti dalle diverse strategie europee;
  • 1,8 miliardi di euro dedicati al miglioramento delle condizioni di benessere animale ed il contrasto del fenomeno dell’antimicrobico resistenza, in attuazione della strategia Farm to Fork.

A questo obiettivo concorrono sia gli eco-schemi del primo pilastro, sia gli interventi contenuti nello sviluppo rurale e nel PNRR:

  • un sistema di aiuti al reddito più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito che, prendendo a riferimento l’intero territorio nazionale, determina un sensibile riequilibrio nell’allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne. Contestualmente, il 10% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti viene ridistribuito focalizzando l’attenzione sulle aziende medio-piccole;
  • particolare attenzione ai comparti produttivi con maggiori difficoltà, al fine di tenere conto delle sfide che alcuni settori devono affrontare, allo scopo di migliorare la qualità, la competitività e la sostenibilità dei vari processi produttivi. Una dotazione annua di circa 70 milioni di euro è destinata a sostenere il piano proteine vegetali, con l’obiettivo di ridurre il livello di dipendenza dell’Italia dall’estero e conseguire un miglioramento della sostanza organica nel suolo;
  • 3 miliardi di euro per i nuovi strumenti di gestione del rischio, in modo da garantire una più ampia partecipazione degli agricoltori agli strumenti messi a disposizione per far fronte alle crescenti avversità climatiche di carattere catastrofale; al già collaudato strumento delle assicurazioni agevolate, si affianca infatti il nuovo fondo di mutualizzazione nazionale, cui concorrono anche gli agricoltori attraverso una trattenuta del 3% dei pagamenti diretti;
  • il rafforzamento della competitività delle filiere, con l’obiettivo di migliorare il posizionamento degli agricoltori lungo la catena del valore, attraverso una maggiore integrazione dei diversi attori, dalla gestione dell’offerta, all’ammodernamento delle strutture produttive. A questo obiettivo concorrono, in particolare, gli interventi settoriali dedicati ai settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, apistico e pataticolo;
  • un’attenzione particolare ai giovani, un patrimonio per il futuro del settore agricolo e agroalimentare. Il Piano prevede di potenziare le politiche in favore dei giovani, integrando gli strumenti del primo e del secondo pilastro della PAC, in modo da mobilitare complessivamente 1.250 milioni di euro;
  • maggiore equità e sicurezza nelle condizioni di lavoro. La strategia intende promuovere il lavoro agricolo e forestale di qualità, favorendo maggiore trasparenza agli aspetti contrattuali e più sicurezza sui luoghi di lavoro. Con questo obiettivo saranno rafforzati i servizi di consulenza aziendale, da indirizzare anche all’assistenza sulle condizioni di impiego e gli obblighi dei datori di lavoro, nonché la salute e la sicurezza sul lavoro e l’assistenza sociale nelle comunità di agricoltori;
  • una nuova attenzione alle aree rurali, patrimonio di diversità da salvaguardare e valorizzare. Il legame dei nostri prodotti alimentari con il territorio, i paesaggi tradizionali, il patrimonio naturale e culturale rappresentano un valore non solo per la competitività del settore, ma anche per la tenuta socio-economica del territorio;
  • l’incentivazione alla diffusione della gestione forestale sostenibile, da perseguire attraverso gli strumenti della pianificazione forestale, ma anche prevedendo il sostegno a tutti gli interventi in grado di migliorare la prevenzione dai danni causati dai disturbi naturali e dagli eventi climatici estremi;
  • ​una nuova attenzione al sistema della conoscenza (AKIS) a servizio della competitività e della sostenibilità. Per supportare le imprese agricole e forestali nell’adozione di tecniche produttive più sostenibili e innovative, l’introduzione di nuove tecnologie, è stato compiuto uno sforzo importante per superare la frammentazione del sistema della conoscenza, proporre strumenti più efficaci e favorire maggiore integrazione tra consulenza, formazione, informazione e gruppi operativi per l’innovazione.