(Rinnovabili.it) – Montalcino, l’incantevole borgo medievale della Val d’Orcia, in provincia di Siena, è noto in tutto il mondo per il suo prezioso Brunello, un rosso robusto ottenuto da uve di Sangiovese, che è uno dei simboli del Made in Italy nel mondo: basti pensare che gli Stati Uniti sono il principale mercato di sbocco del Brunello di Montalcino DOCG (circa il 30% della produzione). Montalcino, tuttavia, vanta numerosi altri primati in termini di qualità: è il primo produttore italiano di miele, prugne e farro e uno dei principali produttori di zafferano. Non manca un’altra prelibatezza, il tartufo bianco delle crete senesi. Per tutelare e valorizzare questi prodotti è nato il marchio “Eccellenze di Montalcino”. Per rientrare nel marchio “Eccellenze di Montalcino” gli alimenti devono essere prodotti, trasformati e confezionati nel territorio.
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È interessante sapere che nella zona circa il 25% delle imprese agricole sono certificate biologiche. Gli imprenditori che le guidano sono in maggioranza under 35 e donne, a dimostrare la propensione alla sostenibilità di questo territorio. Un altro settore che sta virando decisamente verso la sostenibilità è la filiera del pecorino, un altro prodotto di punta del senese.
Il marchio “Eccellenze di Montalcino” nasce in coincidenza con il quarantesimo anniversario dell’assegnazione della DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita, è il marchio che indica l’origine geografica di un vino) al Brunello di Montalcino. Remo Grassi, presidente della Fondazione territoriale Brunello di Montalcino (emanazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino), spiega che con il nuovo marchio “Eccellenze di Montalcino” si vuole «valorizzare il percorso di sviluppo sostenibile della nostra oasi di biodiversità». La Fondazione gestisce il marchio, che è di proprietà del Distretto Rurale che comprende le associazioni di categoria, le attività economiche del territorio e l’amministrazione comunale.
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Il comprensorio del Comune di Montalcino è di circa 31mila ettari: il 15% sono vigne, il 10% oliveti, la metà sono boschi e la parte rimanente è destinata a seminativo, pascoli, frutteti e altre colture. Il bosco è considerato un patrimonio inestimabile per la sua funzione di salvaguardia della biodiversità e di tutela dell’ambiente: dal 2011 la provincia di Siena è carbon free, perché l’ossigeno prodotto dai boschi pareggia le emissioni di gas serra dovute alle attività umane.