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Il maltempo mette in pericolo le coltivazioni

Image by Else Siegel from Pixabay

Natura in tilt per il maltempo

(Rinnovabili.it) – Parlare continuamente di maltempo può sembrare monotono. Eppure si parla di un’emergenza climatica che sta avanzando in modo innegabile: arginarla non è semplice e certo non possiamo pensare di risolvere in poco tempo quello che si è finto di non vedere per decenni.

Il maltempo danneggia le colture in campo aperto

Le ultime notizie che arrivano dalle nostre campagne parlano dei danni creati da un freddo esagerato e improvviso – in qualche caso è anche nevicato a bassa quota – dopo un’estate caldissima e un autunno che ha stravolto le regole con temperature esageratamente miti (anche superiori di 2° sulla media) e prolungate fuori tempo massimo.

Infatti, i dati CNR-ISAC classificano i primi dieci mesi del 2023 come i più caldi dal 1800.

La nuova ondata di maltempo ha portato il freddo in compagnia di violente tempeste di vento. Addirittura 14 in un giorno, lungo tutta la Penisola, che in qualche caso si sono trasformate in trombe d’aria. I dati sono di Coldiretti su dati ESWD (European Severe Weather Database, che raccoglie e fornisce informazioni sugli eventi meteo gravi).

Il maltempo minaccia in modo particolare le verdure e gli ortaggi coltivati in campo aperto: brucia le foglie più tenere di spinaci, bietole, scarole, verse, cicorie, cavoli e broccoli.

Ma le difficoltà sono anche per le produzioni in serra: il freddo richiede maggiore riscaldamento e quindi maggiore spesa per l’energia.

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Le difficoltà delle api, non ancora in riposo invernale

Le coltivazioni, ovviamente, non sono in grado di sopportare un abbassamento repentino delle temperature anche di oltre dieci gradi. Se nei campi le cose non vanno bene le api non se la passano meglio: infatti, a causa delle temperature autunnali troppo alte, non sono ancora entrate nella fase di riposo invernale e sono anche insidiate dalla vespa velutina, una specie aliena che ne minaccia la sopravvivenza (non è un caso che quest’anno la produzione di miele sia ai minimi storici).

In un quadro piuttosto critico c’è comunque un margine per le buone notizie perfino dal maltempo.

Ad esempio, l’abbassamento delle temperature stimola la colorazione delle arance rosse che arrivano in gran parte dalla Sicilia e dalla Calabria e ne accresce le caratteristiche qualitative.

Inoltre, come sottolinea Coldiretti, l’improvviso abbassamento delle temperature colpisce gli insetti che causano danni alle colture (tra questi ricordiamo ad esempio la cimice asiatica) o quelli fastidiosi come le zanzare.

Di conseguenza si riducono le popolazioni in grado di svernare e riprodursi la prossima primavera.

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