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Il cibo sintetico non convince i consumatori

Con la popolazione mondiale in aumento e le risorse del Pianeta sempre più allo stremo, dobbiamo fare i conti con nuove soluzioni alimentari. Tuttavia, Coldiretti sottolinea la preoccupazione per una campagna di marketing a favore del cibo sintetico che nasconde un grande business più che l’attenzione all’ambiente

cibo sintetico
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(Rinnovabili.it) – Il cibo sintetico arriverà sulle nostre tavole?

La carne creata in laboratorio, di cui si parla ormai con una certa frequenza, non ha ancora incontrato il pieno consenso dei consumatori e gli stessi nutrizionisti nutrono qualche perplessità sul suo apporto nutritivo nell’ambito di una dieta equilibrata.

Siamo preparati a dibattere sugli insetti, che potrebbero diventare le proteine del futuro senza recare danno all’ambiente, come pure di alghe che potrebbero costituire un elemento abituale delle nostre diete.

D’altronde, con la popolazione mondiale in aumento e le risorse del Pianeta sempre più allo stremo, dobbiamo fare i conti con nuove soluzioni alimentari.

Il pesce sintetico è una di queste, è l’ultima frontiera dell’alimentazione alternativa.

Stando alle indagini di Coldiretti, sembra che 7 italiani su 10 siano piuttosto perplessi di fronte al pesce creato in laboratorio con le cellule staminali.

Gli esperimenti in Germania e Stati Uniti

La società tedesca Bluu Seafood sta conducendo degli esperimenti per ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa. Il punto di partenza sono le cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. I primi prodotti finiti per il consumo umano saranno i bastoncini e le polpette. Dietro a questi esperimenti si nasconde – neanche troppo – un ghiotto business.

Come spiega Coldiretti, a livello globale ogni persona consuma ogni anno circa 20 Kg di pesce. Gli italiani ne mangiano circa 28 Kg a testa, superando la media europea dei 25 chili. L’angloamericana Nomad Foods (che è anche proprietaria di Findus Italia), ha firmato unaccordo con la startup californiana BlueNalu per illancio di pesce da colture cellulari. La Wildtype di San Francisco ha raccolto 100 milioni di dollari per realizzare il sushi di salmone coltivato in laboratorio. Il passo successivo è la distribuzione, grazie agli accordi con Snowfox (che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti) e con Pokeworks che gestisce 65 ristoranti di poke. Infine, in Corea del Sud, CellMeat porta avanti lasperimentazionedei gamberetti in provetta.

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Cibo sintetico: un beneficio per l’ambiente o un grande business?

Il quadro delineato da Coldiretti stimola qualche interrogativo, perché la sostenibilità sembra un modo per giustificare il giro economico immenso legato al cibo sintetico. Aveva iniziato Beyond Meat, che con imponenti campagne di marketing ha cercato di nascondere i colossali interessi commerciali dietro l’operazione, giustificandola invece con l’idea che l’obiettivo finale fosse il raggiungimento di una maggiore sostenibilità.

Coldiretti smonta queste posizioni da vari punti di vista. Ad esempio, la carne coltivata in laboratorio non salva gli animali, perché è prodotta dai feti delle mucche; non salva l’ambiente perché consuma più acqua ed energia degli allevamenti tradizionali; non fa bene alla salute perché è ricca di additivi chimici, non è accessibile a tutti perché per produrla serve un bioreattore. Ma, al di là di tutto, è cibo sintetico.

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L’opinione dei consumatori

Ma i consumatori cosa ne pensano? Dall’intervista condotta da Coldiretti/Ixé emerge che gli italiani bocciano il cibo sintetico perché non si fidano di quello non naturale (68%) e temono che non sia sicuro per la salute (60%). Il 42% ritiene che il cibo sintetico non abbia lo stesso sapore di quello naturale, il 18% teme invece che possa avere un impatto negativo sull’ambiente.