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I semi rivestiti da pesticidi neonicotinoidi portano l’EPA in tribunale

L’agenzia di protezione ambientale degli Stati Uniti è stata denunciata per rifiutarsi di regolamentare i semi rivestiti da pesticidi neonicotinoidi

pesticidi neonicotinoidi
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Vietati in Europa, i pesticidi neonicotinoidi si inquinano 61 milioni di ettari negli USA

(Rinnovabili.it) – I semi rivestiti da pesticidi neonicotinoidi hanno un impatto ambientale devastante. Per questo, due organizzazioni non governative hanno fatto causa all’Agenzia di protezione ambientale statunitense (EPA), chiedendo che riveda la relativa regolamentazione. 

Il Center for Food Safety (CFS) e Pesticide Action Network (PAN) sono determinati a inchiodare l’agenzia, che a loro parere non segue la sua stessa scienza. Le ricerche condotte dall’EPA, infatti, hanno fatto emergere che proprio i semi ricoperti da pesticidi rappresentano la prima fonte di impatto sugli impollinatori

I pesticidi neonicotinoidi appartengono a una classe di sostanze chimiche utilizzate negli insetticidi, che una crescente letteratura scientifica ha indicato come dannosi per gli impollinatori e altri insetti. In Unione Europea sono stati recentemente vietati, e una sentenza della Corte di Giustizia UE ha chiarito che anche le sementi non possono andare in deroga alla normativa.

Negli Stati Uniti, invece, vengono ancora ampiamente utilizzati. CFS e PAN sostengono che i semi rivestiti con neonicotinoidi sono sparsi in questo momento su circa 61 milioni di ettari di terreni agricoli negli Stati Uniti, in gran parte dentro i capannoni per lo stoccaggio. Inquinano il suolo, l’acqua e l’aria nelle vicinanze. Sono così pericolosi per la fauna selvatica che ne basta uno per uccidere un uccello.
La richiesta delle associazioni è che venga applicata l’etichettatura, cosa che al momento non è garantita. Inoltre, contestano anche l’esenzione dalla rispetto delFederal Insecticide, Fungicide and Rodenticide Act (FIFRA). Togliere la deroga obbligherebbe i produttori a registrare queste sementi come pesticidi e costringerebbe l’agenzia per l’ambiente a un esame più attento del loro impatto ambientale e sulla salute. L’EPA dovrebbe dimostrare che non causano effetti negativi per l’ambiente, e la risposta appare scontata.

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