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I giovani sono la vera ricchezza dell’agricoltura

Il Primo Rapporto sui giovani in agricoltura presenta uno scenario decisamente positivo. Gli imprenditori agricoli under 35 sono resilienti, innovativi, attenti all’ambiente e con una formazione multidisciplinare. Ottime performance anche nel contesto europeo, dove vantano una produttività quasi doppia rispetto agli omologhi degli altri paesi pur muovendosi in aziende di piccole dimensioni. Unico ostacolo la burocrazia, barriera invisibile e indistruttibile che frena i progetti di crescita

via depositphotos.com

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – Se l’occupazione ha mostrato nuove criticità con la pandemia, dall’agricoltura arriva un segnale positivo: i giovani occupati sono aumentati dell’8%. Il dato dimostra il loro orientamento verso il settore, anche se bisogna ricordare che gli effetti della pandemia hanno colpito duramente molti settori economici, mentre l’agroalimentare – com’è facilmente intuibile – non si è mai fermato.

I giovani imprenditori sono più resilienti e non si fermano

Nel Primo Rapporto sui giovani in agricoltura – Covid, la svolta green delle nuove generazioni, realizzato dal Centro Studi Divulga in collaborazione con Coldiretti e con il contributo della Presidenza del Consiglio – Dipartimento delle politiche giovanili e del servizio universale civile, emergono dati interessanti.

Nel 2020, l’anno più critico, lo spirito imprenditoriale dei giovani non si è fermato. Nel solo comparto agricolo, sono nate oltre 6mila aziende guidate da under 35. Il totale delle aziende agricole e forestali guidate da giovani raggiunge le 55mila unità, ovvero l’8% del settore e il 10% delle imprese gestite da giovani (dati Unioncamere).

L’analisi territoriale mostra che il maggior numero di imprese agricole guidate dai giovani sono in Valle d’Aosta (12%), seguita da Liguria, Sardegna e Calabria (11%), Basilicata e Campania (10%) e Sicilia (9%). Le altre regioni seguono con un certo distacco.

Emerge però che il Mezzogiorno è stato più penalizzato dagli effetti della pandemia: oltre il 54% delle aziende chiuse guidate da giovani si è concentrata nelle regioni del Sud.

I dati dimostrano anche la maggiore resilienza delle aziende giovani. Nel periodo di crisi, il tasso di natalità delle aziende agricole è stato del 3%, quelle guidate dai giovani il 12%; anche il tasso di mortalità aziendale nello stesso periodo vede il 3% per i giovani contro il 6% complessivo.

Ottime performance in Europa

Cosa succede nel settore agricolo in Europa? 2,6 milioni di under 40 sono occupati in agricoltura, più del 10% si trova in Italia. Inoltre, guardando i dati degli ultimi dieci anni vediamo che l’Italia è in controtendenza rispetto agli altri Paesi europei: se questi registrano un calo di occupazione in agricoltura del 20%, l’Italia vanta un +4%.

L’agricoltura si conferma un’eccezione positiva in un quadro generale di incertezza che ha portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro in altri settori produttivi.

I dati del Rapporto evidenziano con chiarezza che i giovani rappresentano la vera ricchezza dell’agricoltura, sia rispetto agli agricoltori più anziani (over 55, rispetto ai quali vantano rese economiche maggiori) che nel contesto europeo.

Le aziende condotte in Italia da under 35 sono al primo posto in Europa per PS/Ha (Produzione Standard generata per ettaro coltivato), come indicano i dati Eurostat: nel complesso, la PS/Ha dei giovani in Italia è poco meno del doppio della media europea.

Una performance decisamente positiva, nonostante si realizzi in aziende di piccole dimensioni: 20 ettari di SAU (Superficie Agricola Utilizzata) come superficie media, decisamente inferiore a quella degli altri Paesi europei.

I giovani credono nell’innovazione

Molto positivo il dato relativo all’innovazione nel settore agroalimentare, anche se la crisi pandemica ha provocato una riduzione degli investimenti. Il 51% dei giovani imprenditori agricoli la ritiene un elemento fondamentale per lo sviluppo delle proprie imprese e del settore in generale.

In questo sono allineati con gli over 40 (48%); bassissima la percentuale di chi la considera ininfluente (0,8%), segno che ormai tutti gli imprenditori sono coscienti della correlazione tra innovazione e sviluppo.

La formazione è un fattore determinante per applicare le innovazioni e le strategie di business in grado di migliorare le performance e rendere le aziende più competitive, ma il maggiore ostacolo all’innovazione è la burocrazia.

L’agricoltura di precisione permette alle aziende agricole di sfruttare al meglio l’innovazione tecnologica e le conoscenze agronomiche per migliorare la loro sostenibilità ambientale, economica e sociale.

I giovani hanno una maggiore conoscenza dell’agricoltura di precisione (44%) e ne riconoscono i vantaggi potenziali, ma complessivamente trova ancora poco spazio di applicazione. La tecnica più usata è il monitoraggio delle colture (13%) seguita dalle tecniche di automazione (guida automatica, robot mobili, droni) che si ferma al 7%.

Guardando in prospettiva, nella programmazione degli investimenti per i prossimi cinque anni i giovani agricoltori dimostrano una spiccata propensione per l’agricoltura di precisione.

Gli Oscar Green per i giovani innovatori

Coldiretti Giovani Impresa promuove dal 2006 il premio Oscar Green per valorizzare le giovani imprese più innovative. Finora hanno partecipato al concorso più di 10mila imprese, a testimoniare la vitalità del settore. Nel 2017 sono state aggiunte due nuove categorie, “creatività” e “agricoltura sociale”.

Interessante il background dei giovani che decidono di investire nel settore agricolo. L’85% di essi non sono figli che si inseriscono nell’azienda di famiglia, ma diplomati e laureati che hanno seguito percorsi formativi di altra natura e poi decidono di approfondire le proprie conoscenze agrarie frequentando dei corsi.

Qual è l’orientamento dei giovani nei confronti del mercato estero? La pandemia ha cambiato in parte le prospettive. Nel 2020 l’84% ha deciso di non esportare i prodotti e ha preferito il punto vendita aziendale (56%), i grossisti, i dettaglianti o il circuito dei Mercati di Campagna Amica.

Il dato si presta a letture diverse: da un lato la vendita diretta attribuisce valore alla vicinanza tra produttore e consumatore, dall’altro esprime la difficoltà a raggiungere i mercati esteri. Anche in questo caso, l’ostacolo principale è rappresentato dalla burocrazia, una barriera invisibile che allontana i giovani produttori dalla possibilità di esportare.

I sostegni

Le Politiche di Sviluppo Rurale dedicano ai giovani interventi specifici per l’avviamento e lo sviluppo delle imprese. Per promuovere il ricambio generazionale e favorire l’insediamento dei giovani in agricoltura sono previsti sostegni finanziari per i giovani che avviano una nuova impresa agricola.

Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) la missione 2 riguarda la “Rivoluzione verde e la transizione ecologica della società e dell’economia italiana”.

Il settore agroalimentare è in prima linea con interventi specifici che vanno da “economia circolare e agricoltura sostenibile” a “energie rinnovabili”, da “efficienza energetica” a “tutela del territorio e della risorsa idrica”.

Un insieme di strumenti che hanno l’obiettivo di contribuire alla crescita occupazionale dei giovani nei settori interessati dal Green Deal Europeo.

Formazione multidisciplinare

Circa l’8% dei giovani iscritti alle scuole secondarie di secondo grado ha scelto indirizzi orientati al settore agricolo (ci sono 145 istituti tecnici agrari distribuiti sul territorio nazionale).

Molti decidono di continuare il percorso iscrivendosi a corsi di laurea specializzati, anche se sono sempre più diffusi i percorsi universitari che hanno inserito nei propri corsi materie che orientate al comparto primario e alla sostenibilità.

Nell’ultimo anno l’offerta formativa universitaria si è arricchita di 50 nuovi percorsi attinenti al mondo agricolo e agroalimentare. L’obiettivo è fornire ai giovani nuove competenze multidisciplinari legate all’innovazione in agricoltura e alla sostenibilità nell’ottica del Green Deal e della mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nel panorama formativo italiano, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) formano tecnici superiori nelle aree tecnologiche strategiche per lo sviluppo economico e la competitività. Rispondono infatti alla richiesta delle aziende di figure tecniche e specializzate per favorire il trasferimento tecnologico.

Dei 111 ITS presenti in Italia, 17 si riconducono direttamente all’agroalimentare, altri a competenze trasversali al settore.

RiGenerazione Scuola

Infine, il 4 giugno 2021 il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e la sottosegretaria Barbara Floridia hanno presentato RiGenerazione Scuola, il Piano per la transizione ecologica e culturale delle scuole direttamente collegato all’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU che prevede l’attivazione di percorsi formativi incentrati su ecologia e sostenibilità.

In un quadro demografico che desta preoccupazioni per il futuro (in dieci anni l’Italia ha perso circa un milione di abitanti e la popolazione sta inesorabilmente invecchiando), dal Rapporto emerge un settore primario vivace trainato dall’intraprendenza dei giovani.

Questo conferma la sua rispondenza alle aspettative delle nuove generazioni, propense all’innovazione, più formate, attente alle richieste dei consumatori e sensibili alla tutela ambientale.