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I brevetti sugli OGM 2.0 rischiano di schiacciare l’agricoltura convenzionale e biologica

Senza tracciabilità dei nuovi OGM è impossibile evitare contaminazioni dell’agricoltura tradizionale. Ma visto che gli organismi modificati tramite le nuove tecniche genomiche (TEA) sono coperti da brevetti, il rischio è che i contadini perdano il loro diritto alle sementi

OGM 2.0: UE, senza tagli ai pesticidi niente ok al gene editing
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Lettera-appello di Via Campesina e altre 8 omg ai ministri UE dell’Agricoltura

(Rinnovabili.it) – Senza tracciabilità dei nuovi OGM, chi coltiva in modo convenzionale o in biologico rischia di perdere qualsiasi controllo sulle proprie sementi. E subire conseguenze legali. Un effetto perverso, ma probabile, del nuovo regolamento UE sugli organismi geneticamente modificati di nuova generazione, cioè quelli ottenuti tramite le cosiddette Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA, anche note come New Genomic Techniques o NGTs). Il punto problematico? I brevetti sugli OGM 2.0.

Lo denuncia il coordinamento europeo di Via Campesina insieme ad altre 8 ong in una lettera-appello indirizzata ai ministri dell’Agricoltura dei Ventisette in vista del loro incontro a Bruxelles della prossima settimana, il 20 e 21 novembre. Riunione dove il tema degli OGM 2.0 sarà unno dei dossier più caldi.

I pericoli dei brevetti OGM 2.0

Tutto parte dall’impostazione data al tema dalla Commissione UE. Nel nuovo regolamento presentato a luglio, i nuovi OGM vengono assimilati alle colture tradizionali, senza quindi tutte le restrizioni che oggi la normativa UE applica agli organismi geneticamente modificati. Ma gli OGM 2.0 non sono come le altre colture, ragionano Via Campesina e le altre associazioni.

Non lo sono per due motivi: sono tutti coperti da brevetti e possono contaminare le colture tradizionali. Siccome il regolamento UE non prevede alcuna forma di tracciabilità, il risultato è che anche chi coltiva usando sementi tradizionali potrebbe ritrovarsi con OGM 2.0, brevettati, nel proprio campo. E l’esistenza stessa di un brevetto li esporrebbe a conseguenze legali, danneggiando il loro diritto alle sementi.

Le richieste della società civile puntano a limitare l’impatto dei brevetti OGM 2.0. La lettera chiede ai ministri UE di chiarire in modo univoco cosa si intende per “processi essenzialmente biologici” e di limitare la possibile estensione dei brevetti anche a sementi e piante convenzionali. Seconda richiesta, tirare il freno a mano sul regolamento UE sugli OGM 2.0 e aspettare una valutazione accurata sulle sue possibili ripercussioni sulla portata dei brevetti.

“Assistiamo ad un numero crescente di brevetti che non vengono concessi solo su procedure tecniche, ma comprendono anche le risorse biologiche necessarie a tutti gli allevatori”, si legge nell’appello. “Per sfruttare le attuali lacune nell’interpretazione del diritto dei brevetti, le NGTs vengono spesso utilizzate semplicemente per mascherare le rivendicazioni di brevetto come invenzioni tecniche, e poi rivendicare il brevetto su tutte le piante, comprese quelle convenzionali, con caratteristiche simili a quelle descritte nel brevetto, qualunque sia il processo utilizzato per ottenerli”.