I cambiamenti climatici e la crescita della domanda mondiale di pasta provocano un calo della produzione di grano e un rialzo dei prezzi, spiega un monitoraggio di Coldiretti. La pandemia ha messo ancor più in evidenza il valore, la qualità e la sicurezza dell’agroalimentare italiano
Il grano italiano è sempre più apprezzato
(Rinnovabili.it) – Prezzi in rialzo e produzione in calo del 10%. Sono i due elementi chiave che, secondo il monitoraggio di Coldiretti effettuato all’inizio della trebbiatura, riguardano la raccolta del grano in Italia nel 2021: all’inizio della raccolta – già iniziata al Sud – le quotazioni sono tra i 29 e i 30 centesimi al chilo. Tanti i fattori determinanti, le stagioni irregolari – all’inverno mite è seguita una primavera fredda – e la crescita della domanda mondiale di pasta, probabile effetto della pandemia che ha reso la pasta un irrinunciabile comfort food da un lato e un ritorno alla tradizione dall’altra.
I cambiamenti climatici hanno ridotto le rese: il raccolto è stimato in 6,5 miliardi di chili a livello nazionale per una superficie complessiva di 1,769 milioni di ettari coltivati a grano duro (per la pasta) e grano tenero (per pane e biscotti). La Puglia è la regione con la maggiore produzione (360mila ettari); seguono la Sicilia (264mila), Emilia Romagna (193mila), Basilicata (122mila), Marche (114mila), Toscana (83mila), Piemonte (62mila) e Lombardia (60 mila).
I consumatori preferiscono i prodotti italiani
La domanda di grano italiano è aumentata perché le esportazioni di pasta sono cresciute del 15% (un record storico, che nel 2020 ha portato un valore aggiunto di 3,1 miliardi di euro) e i consumi interni sono saliti dell’8,9%: la forzata permanenza a casa ha fatto riscoprire il piacere di cucinare. La campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti e Filiera Italia ha coinvolto con successo aziende e catene della grande distribuzione: l’82% dei consumatori italiani cerca prodotti interamente italiani sia per sostenere l’economia del territorio sia perché ne apprezza la qualità, a confermare il valore strategico dell’agroalimentare italiano.
Coldiretti ha portato avanti una vera e propria battaglia per imporre in etichetta l’origine del grano per la pasta, che ha portato molti marchi di pasta a garantire l’origine italiana 100% del grano utilizzato. Se le industrie di trasformazione stanno adeguando approvvigionamenti e linee di produzione anche attraverso accordi per aumentare le coltivazioni in Italia, ci sono le condizioni investire sull’agricoltura nazionale: prodotti di qualità e sicurezza garantiti da rapporti di filiera virtuosi che assicurano la sostenibilità della produzione italiana rispetto a quella estera. In un momento di grandi tensioni internazionali, inoltre, diventa molto importante difendere la sovranità alimentare. Bisogna combattere, secondo Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, «la concorrenza sleale delle importazioni soprattutto dai paesi che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Italia, dove è vietato l’uso del glifosato in preraccolta».