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Grano duro, la varietà sperimentale che resiste alla siccità

Foto di Polina Rytova su Unsplash

(Rinnovabili.it) – In cerca di possibili soluzioni per resistere al cambiamento climatico, i ricercatori hanno individuato nella varietà sperimentale di grano duro Barnacla quella che sembra garantire una maggiore produttività pure in presenza di condizioni climatiche sfavorevoli. In particolare, sembra resistere meglio di altre allo stress idrico.

Resistere allo stress idrico, la grande sfida dell’agricoltura

L’agricoltura subisce più di altri settori produttivi gli effetti del cambiamento climatico. Resistere allo stress da siccità è una delle sfide più difficili a cui devono rispondere gli agricoltori in ogni parte del mondo.

Poiché tali effetti sono sempre più critici, la ricerca in campo agricolo sta cercando di trovare soluzioni in grado di garantire la sicurezza alimentare delle persone senza pesare sull’ambiente.

Un gruppo di ricerca internazionale coordinata da ENEA a cui partecipa l’International Maize and Wheat Improvement Centre (CIMMYT del Messico) ha pubblicato sulla rivista scientifica “Genes” i risultati dello studio Expression Analysis of the TdDRF1 Gene in Field-Grown Durum Wheat under Full and Reduced Irrigation.

I rischi climatici

Il CIMMYT è il centro internazionale più importante al mondo per gli studi sul miglioramento del grano e del mais. È stato fondato in Messico dall’agronomo Norman Borlaug, premio Nobel per la pace nel 1970 per il suo lavoro sul miglioramento genetico e della produttività dei cereali.

Considerato padre della rivoluzione verde, ha contribuito con le sue ricerche alla lotta della fame nel mondo in modo attivo. La scelta del Messico è dovuta al fatto che presenta zone desertiche dove risulta più semplice fare sperimentazioni sulla scarsità dell’acqua e lo stress idrico.

I cambiamenti climatici dovuti all’aumento delle emissioni di gas serra avranno un impatto sempre più negativo sulla crescita delle piante e sulla resa delle colture, ma alcune aree del globo sono più esposte ai rischi climatici.

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La risposta del grano duro alla siccità

La ricerca ha identificato alcuni geni chiave che controllano la risposta alla siccità del grano duro.

I cereali, e il grano in particolare, sono la nostra principale fonte di cibo. Il grano duro è coltivato nel bacino del Mediterraneo e in aree semiaride e marginali per produrre pasta e altri alimenti di base.

Pertanto è necessario individuare nuovi sistemi di coltivazione che richiedano meno acqua per migliorare la sostenibilità della produzione alimentare globale in condizioni di scarsità o di disponibilità irregolare di acqua.

Negli esperimenti in campo i ricercatori hanno utilizzato sei genotipi diversi di grano duro: tre varietà commerciali italiane (Duilio, Creso e Colosseo) e tre genotipi (Barnacla, AEL e Altar C84) sviluppati in Messico dal CIMMYT.

Stessi trattamenti agronomici, diverse condizioni di irrigazione

La prova sul campo è stata condotta presso il Centro sperimentale del CIMMYT a Ciudad Obregón (Messico) in zone topograficamente distanti in quanto irrigate in due differenti condizioni: la prima a piena irrigazione con 550-600 mm di acqua totale fornita durante l’intero ciclo colturale e la seconda a regime ridotto con 220-250 mm di acqua distribuita tramite un sistema a goccia.

I due appezzamenti di terreno sono stati sottoposti agli stessi trattamenti agronomici sia di concimazione che di applicazione di fungicidi e insetticidi.

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I risultati della ricerca evidenziano come in condizioni di irrigazione ridotta la varietà italiana Creso ha una resa di circa tre volte inferiore rispetto alla piena irrigazione (1,8 t/h contro 5,3 t/h).

Nelle stesse condizioni, il grano della varietà Barnacla ha reagito meglio alla carenza d’acqua: il raccolto ha avuto un calo inferiore al 50% (3,1 t/h a irrigazione ridotta contro 5,8 t/h a piena irrigazione).

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