Rinnovabili

Granarolo e CGBI, progetto comune di economia circolare

Gabriele Lanfredi (a sinistra) e Gianpiero Calzolari

Economia circolare e sostenibilità nel progetto comune “Biometano di filiera” lanciato dal Gruppo Granarolo e dalla CGBI-Confederazione Generale dei Bieticoltori Italiani.

Dieci nuovi impianti di biometano

Il progetto prevede la realizzazione di dieci nuovi impianti di biometano nell’arco di tre anni per ottenere energia pulita, ridurre i costi di trasformazione del latte e produrre fertilizzanti. Gli impianti saranno dislocati in Emilia-Romagna, Lombardia, Friuli e Puglia.

“Biometano in filiera” pertanto dovrebbe principalmente abbattere e ridurre i costi energetici; produrre biometano sostituendo una quota importante dei consumi interni di metano fossile; produrre digestato (un fertilizzante derivato dai residui del processo di produzione del biometano).

L’obiettivo finale del progetto è produrre 30 milioni di metri cubi di biometano agricolo all’anno evitando l’emissione in atmosfera di 60 mila tonnellate di CO2 e mettere sul mercato circa 500 mila tonnellate annue di fertilizzante rinnovabile o di digestato.

L’investimento totale è di 70 milioni di euro, parte dei quali finanziati attraverso il PNRR.

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Da Granarolo e CGBI un nuovo modello di economia circolare

La gestione sarà curata dalle società agricole consortili di Granarolo e CGBI, allo scopo di realizzare un modello di economia circolare, sostenibile e certificato in grado di generare valore economico e ambientale per tutta la filiera.

Il Gruppo Granarolo è la più importante filiera italiana del latte – circa 600 produttori di latte si sono associati in forma di cooperativa – rifornisce ogni giorno circa 50mila punti vendita.

CGBI rappresenta l’ANB (Associazione Nazionale Bieticoltori) e il CNB (Consorzio Nazionale Bieticoltori), per un totale di 5.200 aziende agricole e zootecniche.

L’aumento del costo dell’energia e dei mangimi sta mettendo in seria difficoltà le aziende agricole e zootecniche e la filiera del latte.

Ridurre l’impatto ambientale

La scelta di unirsi in partnership sembra più che mai opportuna, soprattutto perché si estende a tutto il territorio italiano, e perché potrebbe dare risposte concrete al caro energia, come spiega il presidente del Gruppo Granarolo, Gianpiero Calzolari: «Da tempo abbiamo intrapreso un percorso per il ridurre il nostro impatto sull’ambiente, dove i nostri soci-allevatori sono chiamati a giocare un ruolo rilevante nella transizione sostenibile.

Questa partnership con una realtà che negli anni ha maturato una grande competenza, partendo dal mondo agricolo, ci permetterà di dare vita a un’esperienza virtuosa di economia circolare, producendo energia per alimentare il processo produttivo, sia in stalla sia in stabilimento, e al contempo fertilizzante organico.

Autosufficienza energetica

L’attenzione alla sostenibilità è una priorità assoluta, mentre il concime in commercio ha raggiunto quotazioni pari a +87% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Puntiamo a diventare autosufficienti sul piano energetico, eliminando CO2 dal territorio e ottimizzando la gestione agronomica dei terreni, con un notevole risparmio di costi e una miglior qualità del prodotto».

Gabriele Lanfredi, presidente di CGBI, ricorda che oltre a questo progetto ne sono stati avviati altri «con Coprob-Italia Zuccheri e con Fruttagel per contrastare la crisi energetica ed efficientare la produzione alimentare, sostituendo una quota importante di gas russo con il biometano ottenuto dai nuovi impianti.

Investire sulle energie rinnovabili

Le energie rinnovabili sono il presente su cui investire, per raggiungere l’autonomia energetica e risparmiare sulla bolletta di luce e gas dando un valore economico-ambientale ai sottoprodotti agricoli e agroindustriali».

In concreto, Granlatte, la più grande cooperativa d’allevatori d’Italia, che controlla Granarolo, conferirà reflui zootecnici come letami e liquami forniti da alcuni dei propri soci-allevatori, mentre Granarolo destinerà scarti della lavorazione del latte dai propri stabilimenti.

CGBI provvederà al recupero di seminativi, colture di secondo raccolto e sottoprodotti agricoli attraverso i propri soci delle cooperative.

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