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Giovani e lavoro di qualità, la risposta dell’agricoltura

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(Rinnovabili.it) – Stando ai dati di Coldiretti, l’agricoltura può offrire interessanti opportunità di lavoro ai giovani. Con l’arrivo della primavera ci sarebbe necessità di «almeno centomila giovani per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali».

L’agricoltura ha bisogno di competenze e innovazione

I giovani devono vedere in lavoro in agricoltura con occhi nuovi: servono competenze, innovazione, tecnologie.

Oggi le campagne hanno bisogno di figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere i dati metereologici e utilizzare gli strumenti informatici ma anche raccoglitori per le verdure, la frutta e la vendemmia.

L’agricoltura multifunzionale offre ulteriori sbocchi occupazionali grazie alla diversificazione di attività che ormai non si svolgono più solo in campo: trasformazione e vendita diretta dei prodotti, fattorie didattiche e agriasili, attività ricreative, agricoltura sociale, sistemazione di parchi, giardini, strade, cura del paesaggio, produzione di energie rinnovabili.

La pandemia, con i molti disagi che ha causato, ha cambiato anche il mercato del lavoro agricolo: meno lavoratori dall’estero – a causa della difficoltà degli spostamenti – e più lavoratori dall’Italia, che hanno pensato di passare dal lavoro stagionale a quello stabile.

Nel 2022 più di un milione di persone ha trovato opportunità di lavoro dipendente in agricoltura, il 35% di loro ha meno di 35 anni.

Le prestazioni occasionali

Il Governo ha introdotto nella Manovra una semplificazione per il lavoro nel settore agricolo, ovvero un sistema di prestazioni occasionali.

Si tratta di un rapporto di lavoro subordinato con il solo limite della durata della prestazione: il singolo occupato non potrà superare le 45 giornate di lavoro effettivo all’anno. Il salario sarà esente da imposizione fiscale e cumulabile con qualsiasi tipologia di trattamento pensionistico.

Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, etc.) previste per gli occupati a tempo determinato.

Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, rileva tuttavia che «come modello di agricoltura navighiamo a vista, inseguendo o emergenze o mode alimentari del momento. Va invece costruita una strategia agroindustriale, con standard europei, che ci dia un orizzonte, un modello agricolo basato sull’impresa che crea e dà lavoro».

Anche per quanto riguarda la gestione dei flussi e il reperimento dei lavoratori stranieri serve una strategia, sottolinea Giansanti, perché «molto spesso c’è una discrasia temporale tra la necessità di impiegare manodopera extracomunitaria e l’autorizzazione».

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Formazione per lavoratori di qualità

Per ovviare al disallineamento esistente nel mercato del lavoro, Coldiretti ha varato il portale Jobincountry, una piattaforma di intermediazione della manodopera che fa incontrare domanda e offerta.

Come spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, «Jobincountry è una risposta concreta alla domanda di agricoltura di un numero crescente di giovani (e non solo) che desidera fare una esperienza di lavoro in campagna. In agricoltura il lavoro c’è, sia per chi vuole intraprendere con idee innovative sia per chi vuole trovare un’occupazione lontano dalla città».

Se gli imprenditori agroalimentari hanno fame di lavoratori di qualità, allora si deve parlare obbligatoriamente di formazione.

L’accesso all’innovazione digitale, tecnologica e di processo richiede l’istituzione di corsi ad hoc. Al momento della potatura di frutteti e vigneti manca il 20% della forza lavoro, e chi arriva spesso non ha la formazione necessaria.

Confagricoltura Emilia-Romagna, ad esempio, teme il ripetersi della situazione dell’anno scorso: numero di lavoratori insufficiente e mancanza di manodopera qualificata. I lavoratori stranieri qualificati, inoltre, dopo il tirocinio in Italia vanno in altri Paesi europei dove il costo del lavoro per le imprese è inferiore a quello italiano.

Puntare sulla formazione, infine, è fondamentale per un’agricoltura competitiva che ha bisogno di visione strategica e di capacità di fare impresa

Finanziamenti per i giovani agricoltori

«L’Italia ha davanti un’occasione unica per distinguersi non solo nella qualità nelle produzioni agroalimentari, ma anche nella qualità del lavoro», sostiene Angelo Frascarelli, presidente di Ismea.

Proprio Ismea ha presentato “Generazione Terra”, lo strumento finanzia fino al 100% del prezzo di acquisto dei terreni. «In questa edizione si rivolge principalmente a giovani agricoltori già insediati, oltre che al primo insediamento (startupper). Attraverso una maggiore selezione dei giovani e dei loro progetti, miriamo al successo delle iniziative imprenditoriali».

Grazie alle operazioni fondiarie di Ismea, negli ultimi anni sono nate oltre 740 imprese agricole a conduzione giovanile, per complessivi 27 mila ettari e 473 milioni di euro di importo finanziato.

L’obiettivo è non solo sostenere la nuova imprenditorialità in agricoltura e la crescita dimensionale delle imprese già attive, ma anche puntare sui giovani per garantire competitività e innovazione e favorire l’agricoltura nelle aree più a rischio di abbandono.

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