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Giornata mondiale dell’alimentazione 2022, storie di food heroes

La Giornata mondiale dell’alimentazione 2022 si celebra in un contesto globale che dimostra come il raggiungimento dell’Obiettivo fame zero sia sempre più lontano. La convergenza di conflitti, emergenze climatiche e shock economici sembra rendere impossibile vincere la sfida contro l’insicurezza alimentare. Il lume della speranza è affidato ai food heroes, persone convinte che l’impegno di ognuno possa contribuire a migliorare la vita di tutti

Giornata mondiale dell'alimentazione 2022
Credits: FAO (CC BY-NC 3.0 IGO)

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – C’è qualcosa da festeggiare nella Giornata mondiale dell’alimentazione 2022? La situazione globale non è affatto soddisfacente e la strada verso l’Obiettivo fame zero sembra sempre più impervia, come conferma il Rapporto The state of food security and nutrition in the world 2022 della FAO.

Conflitti, emergenze climatiche e shock economici

Mancano otto anni al 2030, ma la forbice continua ad allargarsi nonostante sforzi apprezzabili ma insufficienti: quando conflitti, emergenze climatiche e shock economici convergono la sfida contro l’insicurezza alimentare sembra impossibile.

L’attuale contesto recessivo rende difficile per i governi investire nella trasformazione dei sistemi agroalimentari e sostenere una politica agricola e alimentare che tenga i prezzi sotto controllo e aiuti i piccoli produttori.

Nell’ultimo anno è cresciuto il numero di persone in stato di insicurezza alimentare acuta (che colpisce le donne più degli uomini) che sono riuscite a sopravvivere solo grazie all’assistenza umanitaria. Per non parlare di quelle in condizione di catastrofe alimentare, che porta all’inedia e alla morte.

Nel mondo più di tre miliardi di persone non hanno accesso a un’alimentazione sana e nutriente, il cambiamento climatico incide sulla resa e sulla produttività dei terreni e favorisce la diffusione di malattie e parassiti, due terzi delle persone colpite da insicurezza alimentare sono agricoltori, l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e dei prodotti alimentari colpisce i Paesi più fragili.

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Spreco alimentare: il cibo non è una merce ma un diritto

Nella Giornata mondiale dell’alimentazione 2022 vale la pena fare un accenno sulle cifre inaccettabili dello spreco alimentare. «Lo spreco domestico, solo in Italia, vale sette miliardi di euro nel 2022, che corrisponde a mezzo punto di Pil» sottolinea Andrea Segrè, direttore dell’Osservatorio Internazionale Waste Watcher e ideatore della campagna Spreco Zero.

Le cifre nascoste dietro allo spreco sono molto più alte: comprendono infatti il consumo del capitale naturale (suolo, acqua, energia) ed economico (fertilizzanti, pesticidi, carburanti, stoccaggio e trasporto) fino al costo (economico e ambientale) per lo smaltimento dei rifiuti.

Il cibo non è una merce, ammonisce la FAO, ma un diritto per tutti.

Mentre si muore di fame, i sistemi alimentari emettono un terzo dei gas serra globali, sono colpevoli della deforestazione e del degrado del suolo e contribuiscono a causare desertificazione, siccità e perdita di biodiversità.

L’altra faccia della medaglia è che la popolazione mondiale cresce e tutti hanno diritto al cibo.

Circa otto miliardi di persone in tutto il mondo sono legate da un filo comune: le risorse naturali. Appartengono a tutti, indistintamente, perché non esiste un altro Pianeta dove vivere e dobbiamo fare ogni sforzo possibile per preservare quello che abbiamo.

C’è un altro filo che accomuna gli esseri umani: il cibo, perché senza cibo per l’uomo non c’è vita.

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Giornata mondiale dell’alimentazione 2022, “Non lasciare indietro nessuno”

Il tema della Giornata mondiale dell’alimentazione 2022 è “Non lasciare indietro nessuno. Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore”: un proposito, un obiettivo, ma forse un segno di speranza.

Anche nel grande buio generale – aggravato dalla guerra in Ucraina – ci sono delle piccole, grandi luci che brillano in giro per il mondo.

Sono i food heroes, che nonostante le difficoltà continuano a fornire cibo alle loro comunità e non solo. Persone molto diverse tra loro, ma tutte consapevoli del valore del cibo e del peso che le pratiche non sostenibili hanno sulla salute dell’uomo e del Pianeta. Ma soprattutto persone che agiscono.

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Dallo spazio al mare

Questa Giornata mondiale dell’alimentazione 2022 deve qualcosa a ognuno di loro. Impossibile citarli tutti, ne citeremo solo alcuni a simboleggiare l’intera categoria dei food heroes.

Thomas Pesquet è un astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea e Ambasciatore di buona volontà della FAO.

Nello spazio non si soffre la fame, ma gli alimenti freschi sono rari. Thomas Pesquet è consapevole che per gli astronauti si tratta di una privazione temporanea, mentre per tre miliardi di persone nel mondo non avere accesso ad alimenti freschi e nutrienti è la quotidianità.

Nadia Selmi è la direttrice commerciale di SELT Marine, un’azienda tunisina che produce polvere di alghe ad alto valore nutritivo. La quasi totalità del personale dell’azienda sono donne; molte di loro provengono da comunità rurali vulnerabili e qui hanno trovato un nuovo lavoro. Le alghe sono molto importanti per la sostenibilità alimentare: sono ricche di vitamine e di fibre e hanno un basso apporto calorico. Inoltre, utilizzando solo lo 0,03% della superficie marina le alghe potrebbero contribuire al 10% dell’alimentazione mondiale.

L’impegno degli chef

Lo chef ecuadoriano Rodrigo Pacheco definisce il suo approccio alla cucina “gastronomia rigenerativa”, dove il cibo riconnette i paesaggi con le persone.

Il terreno che circonda il suo ristorante Bocavaldivia era una distesa arida, oggi è un ambiente rigoglioso e ricco di biodiversità – una “foresta commestibile” – da cui attinge i prodotti ortofrutticoli per la sua cucina.

«Lavorare di pari passo con la natura è diventato il mio stile di vita. Dobbiamo insegnare al mondo ad amare e rispettare la flora che ci circonda», afferma Rodrigo Pacheco.

Per lui il ripristino della salute degli ecosistemi, l’azione per il clima e il supporto alle comunità indigene iniziano dalle nostre scelte alimentari: tutti possiamo fare la differenza.

Qualità e sostenibilità che valorizzano le persone e il Pianeta. Questi sono gli ingredienti di Joan, Josep e Jordi Roca nel loro ristorante El Celler de Can Roca. I tre ristoratori spagnoli affermano con convinzione: «Desideriamo raggiungere l’armonia attraverso l’equilibrio economico, sociale e ambientale. Ciò significa sostenere prodotti locali di altissima qualità, accuratamente selezionati e promuovere abitudini corrette attraverso l’alimentazione nutriente». 

Insieme alla Banca BBVA hanno lanciato Gastronomia Sostenibile all’inizio della pandemia. Il progetto sostiene i piccoli produttori e promuove la cucina casalinga con prodotti locali e di stagione.

Nel documentario Sembrando el futuro (Seminare il futuro) vanno alla riscoperta di sapori antichi e tradizioni locali seguendo il fil rouge della biodiversità. Tutelare la sana agricoltura è tutelare la salute e l’ambiente.

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Il progetto pilota per coltivare alghe e mitili

Gabriella D’Cruz, cresciuta sulla costa di Goa, è Food Chain Global Champion 2021. Ambientalista marina, è la fondatrice di The Good Ocean, un’azienda che vende alghe per uso alimentare e cosmetico. Il suo obiettivo è anche creare consapevolezza sulla vita marina.

In particolare è impegnata nella raccolta sostenibile delle foreste di alghe presenti nell’Oceano Indiano e nella creazione di nuove catene di approvvigionamento per le comunità costiere.

Le foreste di alghe sono ecosistemi ricchissimi di biodiversità di cui sono l’elemento chiave.

Gabriella ha avviato con The Good Ocean un progetto pilota per coltivare alghe e mitili su vivai galleggianti di bambù ed evitare di saccheggiare le risorse marine: «Sono convinta che consumare prodotti alimentari rigenerativi come alghe e mitili invece di continuare con la pesca estrattiva, come la pesca di gamberi con reti a strascico, sia un passo nella giusta direzione». 

Agricoltura come resilienza

Un esempio di resilienza è quello di Mazeda Begum, una donna che vive a Dacca (Bangladesh) con la sua famiglia.

Prima del Covid Mazeda e il marito mantenevano i cinque figli con i proventi di una bancarella dove vendevano tè. Improvvisamente tutto è cambiato con la pandemia: chiusa la bancarella e impossibilità di trovare un altro lavoro.

Allora Mazeda ha rispolverato le sue radici contadine e ha creato un orto biologico urbano con cui sfama la sua famiglia e produce alimenti sani per la comunità.

Fondamentale è stato seguire il corso di formazione della FAO che le ha insegnato la coltivazione biologica e le tecniche per migliorare la produzione.

In seguito ai conflitti armati in Georgia Marina Rukhaia e la sua famiglia sono dovuti fuggire perdendo tutto quello che avevano. Un giorno Marina compra una mucca per sfamare la sua famiglia con latte e formaggio. Capisce che i prodotti lattiero-caseari sono richiesti e incrementa la produzione; oggi possiede dieci mucche e insegna il suo mestiere a più di 250 donne locali grazie alle tecniche apprese nella Farmer Field School-FFS della FAO.

UN Women fornisce formazione commerciale per realizzare sistemi di produzione con il finanziamento dell’agenzia svizzera DSC (Direzione dello sviluppo e della cooperazione).

Restituire dignità e speranza

Quando è iniziato il primo lockdown i ragazzi e le ragazze dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) hanno raccolto diversi tipi di generi alimentari e li hanno distribuiti alle persone in difficoltà: chi aveva perso il lavoro in seguito alla pandemia, chi era già disoccupato, tutte persone che avevano difficoltà a garantire il necessario alle proprie famiglie.

Gli scout e le guide hanno distribuito ogni settimana 500 pacchi alimentari a famiglie italiane e straniere. Non solo hanno assicurato loro la sopravvivenza, ma hanno restituito un senso di dignità e la certezza di non essere abbandonati.

Per gli anziani soli la visita di questi ragazzi ha rappresentato un appuntamento importante anche dal punto di vista relazionale.

«Per noi scout e guide, partecipare a questa iniziativa ha aumentato il senso di responsabilità civile», racconta Lorenzo, 21 anni, che è scout da quando ne aveva 11.

Quando i momenti peggiori sono passati e si è tornati a una certa normalità, i ragazzi e le ragazze hanno continuato a dare il loro sostegno settimanale alle persone bisognose.

I food heroes sono un valore per la comunità

Come avevamo detto all’inizio, è impossibile citare tutti i food heroes perché sono tanti.

Credono nella sostenibilità e nel valore insostituibile delle persone come agenti di cambiamento.

Il loro motto è che l’impegno di ognuno può contribuire a migliorare la vita di tutti.

A questo punto abbiamo davvero un buon motivo per celebrare la Giornata mondiale dell’alimentazione 2022.