Rinnovabili • Giacenze di olio d'oliva Rinnovabili • Giacenze di olio d'oliva

Giacenze di olio d’oliva, un altro segno della crisi

La pandemia, con la chiusura di bar, ristoranti e alberghi ha assestato un colpo piuttosto violento al settore olivicolo. L'allarme dei produttori

Giacenze di olio d'oliva
Foto di congerdesign da Pixabay

Fino a 336.404 tonnellate di olio d’oliva in giacenza

(Rinnovabili.it) – Il Consorzio nazionale Italia Olivicola ha lanciato l’allarme sulle giacenze di olio d’oliva e invoca dal Governo interventi urgenti per sbloccare un mercato in forte sofferenza. La pandemia, con la chiusura di bar, ristoranti e alberghi ha assestato un colpo piuttosto violento al settore olivicolo

I dati dell’ultimo rapporto  ICQRF – Frantoio Italia, che rappresenta la situazione italiana complessiva sulla base dei dati del registro telematico dell’olio sono davvero preoccupanti. Al 31 dicembre 2020, il rapporto registra 336.404 tonnellate di olio d’oliva in giacenza, +14,9% rispetto al 30 novembre 2020; se confrontate allo stesso periodo del 2019, lo stock di olio extravergine d’oliva è cresciuto dell’85,9%. 

Leggi anche L’etichettatura dei contenitori per l’olio

Il più penalizzato, incredibilmente, è l’olio extravergine che con un totale di 241.241 tonnellate rappresenta il 71,7% delle giacenze. Le altre giacenze si riferiscono a oli vergini (1,3%), olio di oliva e raffinato (5,6%), olio di sansa di oliva (9,9%), olio in attesa di classificazione (3,7%) e olio di oliva lampante (7,9%). Quest’ultimo – il cui nome deriva dal fatto che era usato per le lampade a olio – è un olio di pessima qualità, con elevata acidità, sapore e odore sgradevoli, spesso con colori diversi dal verde e dorato; è prodotto con olive in cattivo stato che hanno subito gelate, infestazioni o che sono rimaste a terra troppo a lungo prima di essere raccolte. La commercializzazione del lampante è vietata e per essere consumato ha bisogno di un processo di raffinazione.

La distribuzione territoriale delle giacenze vede in testa il Sud con il 53%, Il Centro con il 27%, il Nord con il 13% e le Isole con il 7%. La regione che guida questa poco invidiabile classifica è la Puglia (36,6%), seguita da Toscana (14,3%) e Umbria (9,8%).

Non sono esenti da giacenze nemmeno gli oli DOP e IGP né quelli biologici. La situazione dei produttori è quindi molto grave. Il presidente di Italia Olivicola Fabrizio Pini ritiene che «sarebbero fondamentali interventi del Governo per aiutare i produttori che non riescono più ad avere uno sbocco commerciale e a vendere il miglior olio ai propri clienti per colpa della pandemia. Un passo decisivo, che ci consentirebbe di svuotare le giacenze dell’olio della scorsa campagna in tutta Italia, sarebbe la pubblicazione, promessa dalla Ministra delle Politiche agricole Bellanova, del bando Agea per l’acquisto di 20 milioni di euro di olio extravergine d’oliva 100% italiano da destinare agli indigenti, che rappresenterebbe una bella boccata d’ossigeno per il settore. Restano da valutare anche le ripercussioni che avranno le misure restrittive appena adottate sulla campagna in corso, per questo motivo chiediamo alla Ministra Bellanova un tavolo tecnico per ascoltare la voce dei produttori».