Rinnovabili • sicurezza alimentare

GFSC, 10 anni per la sicurezza alimentare nelle crisi umanitarie

Da dieci anni il GFSC si occupa di garantire la sicurezza alimentare nelle gravi crisi umanitarie, ma la pandemia è riuscita perfino a cambiare la priorità delle calamità, facendo crescere il numero di persone che soffrono la fame

sicurezza alimentare
Credits: depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – Il Global Food Secutiry Cluster (GFSC) ha compiuto dieci anni. Istituito per coordinare la risposta alla sicurezza alimentare nelle crisi umanitarie, è co-guidato dalla FAO e dal World Food Programme. Negli ultimi 10 anni, il GFSC ha risposto a gravi crisi umanitarie: dal tifone Haiyan nelle Filippine, all’epidemia di Ebola in Africa occidentale, dal soccorso alle popolazioni colpite dalla carestia nel nord-est della Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen nel 2017 alla lotta alle invasioni di locuste del deserto fino alla crisi del Covid-19.

La pandemia ha cambiato perfino le priorità delle calamità perché ha aumentato il numero di persone che soffrono la fame. Per fare fronte a questa nuova emergenza, il GFSC ha istituito un gruppo di lavoro Covid-19, composto da oltre 100 specialisti di 38 organizzazioni. Dall’inizio della pandemia si è attivato per fornire supporto tecnico e assistenza sul campo per gestire un quadro incerto dovuto a situazioni in ​​rapida evoluzione. «Grazie a un appello unito per soddisfare le crescenti esigenze alimentari di milioni di persone e per stabilizzare le catene di approvvigionamento alimentare, la FAO e il WFP hanno fatto in modo che la sicurezza alimentare diventasse una delle pietre angolari della risposta globale alla pandemia e alla costruzione della pace», ha detto il direttore generale della FAO, Qu Dongyu, ribadendo anche l’importanza di lavorare con i governi per rafforzare le comunità locali e metterle in grado di fronteggiare le emergenze

Leggi anche La Fao lancia la “Food Coalition”

Un esempio di questo tipo di azioni è la risposta all’invasione di locuste del deserto in Africa orientale: qui i governi, sostenuti dalla FAO, guidano le operazioni di controllo mentre il personale locale e le ONG supportano gli agricoltori per salvaguardare i raccolti. 

Amir Abdulla, vice direttore esecutivo del WFP, ha sottolineato che molte regioni si trovano ad affrontare Covid-19, conflitti e cambiamenti climatici allo stesso tempo. È quindi importante stabilire azioni coordinate e finanziamenti mirati per avere il massimo risultato ed evitare inutili duplicazioni di interventi. «Tutti quelli che lavorano in questo settore devono concentrarsi sui vulnerabili, sui più deboli, sugli affamati»: in questa ottica, l’assegnazione al WFP del Premio Nobel per la Pace 2020 è stato un riconoscimento al lavoro di tutti gli operatori umanitari.

I prossimi dieci anni promettono di essere altrettanto duri, e probabilmente il divario tra bisogni e risorse sarà destinato a crescere. L’impegno del GFSC è lavorare sulla risposta alle emergenze abbinandola alla resilienza a lungo termine: solo così le popolazioni vulnerabili avranno le conoscenze e i mezzi per migliorare le loro vite e garantirsi la sussistenza a lungo termine. 

Leggi anche FAO: 15 consigli per ridurre gli sprechi alimentari e divenire un Food hero