Come affrontare la scarsità e la carenza di acqua o le inondazioni, che colpiscono più di cinque miliardi di persone in tutto il mondo? La gestione efficiente dell’acqua è cruciale anche per la sicurezza alimentare
Senza acqua non c’è vita. L’acqua è indispensabile alla vita dell’uomo, ma è anche un problema. Le inondazioni e le siccità sono i due estremi di qualcosa che riguarda il mondo intero e che richiede una gestione efficiente e di lungo periodo.
La FAO ha dedicato alla gestione dell’acqua una sessione della sua Conferenza interministeriale. Come affrontare la scarsità e la carenza di acqua o le inondazioni, che colpiscono più di cinque miliardi di persone in tutto il mondo?
Scarsità e carenza di acqua
Prima di tutto, chiariamo la differenza tra scarsità e carenza di acqua: la scarsità è la mancanza naturale della disponibilità di acqua, la carenza è invece una restrizione temporanea alla disponibilità di acqua a causa di un intervento umano.
L’acqua è una risorsa naturale che si può esaurire. Con l’aumento della popolazione cresce la domanda di acqua e questo può creare una carenza.
Nel mondo, più di tre miliardi di persone vivono in aree agricole con alti livelli di scarsità o di carenza di acqua. Si stima che nel 2050 il 57% della popolazione mondiale vivrà in aree che soffrono di scarsità di acqua per almeno un mese all’anno.
La crescente richiesta di acqua può creare situazioni di stress idrico che vanno a limitare ulteriormente l’accesso all’acqua per popolazioni che già vivono in condizioni di estrema difficoltà. La mancanza d’acqua, che aumenta le disparità sociali già esistenti, colpisce le fasce più deboli delle popolazioni: donne, bambini, anziani, piccoli agricoltori e popolazioni indigene.
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Acqua e agricoltura
La mancanza di acqua crea grossi problemi all’agricoltura, ma proprio l’agricoltura rappresenta il 70% del consumo di acqua dolce. Per questa ragione, razionalizzare i consumi di acqua nei sistemi agroalimentari è un elemento fondamentale per affrontare la scarsità di acqua.
Come ha affermato Qu Dongyu, direttore generale della FAO, non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, ma esistono scelte intelligenti. A tale proposito ha individuato tre linee di azione: migliore governance, risorse idriche più integrate e maggiori investimenti.
Se ogni Paese segue le sue linee guida, il compito della FAO è portare all’attenzione dei governi esempi di buone pratiche di gestione dell’acqua basate scienza e innovazione.
Gestione efficiente
Tra il 2008 e il 2018 le inondazioni hanno provocato un calo della produzione agricola e zootecnica che ha causato 21 miliardi di dollari di perdite nei paesi meno sviluppati. Nel solo 2021 hanno causato perdite globali di circa 20 miliardi di dollari, migliaia di morti e milioni di sfollati. È evidente come la gestione del rischio di alluvioni sia legata alla sicurezza alimentare e alla promozione dello sviluppo sociale, ambientale ed economico.
Qu Dongyu ha esortato ad affrontare questi problemi in modo integrato e olistico per ridurre l’esposizione al rischio di inondazioni e migliorare la governance per gestirle: prevenire costa sicuramente meno che intervenire a disastro avvenuto.
Fondamentale è disporre di infrastrutture efficienti di approvvigionamento idrico. Lo stoccaggio dell’acqua aiuta gli agricoltori a gestire le risorse idriche sia quando c’è eccesso che quando c’è scarsità di acqua, e quindi possono coltivare tutto l’anno assicurando le forniture alimentari alla popolazione.
I sistemi agroalimentari e lo sviluppo rurale dipendono dall’efficienza delle infrastrutture idriche, che stanno diventando sempre più decisive per affrontare gli impatti della crisi climatica. Un fattore cruciale per la sicurezza alimentare e per realizzare gli Obiettivi dell’Agenda 2030.