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GeoEVOapp, alle origini dell’olio toscano

Identificare e valorizzare l’olio extravergine d’oliva prodotto dalle piccole e medie aziende olivicole della Toscana, una delle regioni con la più ricca biodiversità olivicola al mondo, è l’obiettivo del progetto GeoEVOapp. Un modo per salvaguardare l’intera filiera produttiva dalle frodi e dalle contraffazioni

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(Rinnovabili.it) – GeoEVOapp è un progetto di un gruppo di ricercatori dell’Università di Firenze che rientra nell’ambito della strategia promossa dal Partenariato Europeo per l’Innovazione in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura. GeoEVOapp si propone di identificare e valorizzare l’olio extravergine d’oliva prodotto dalle piccole e medie aziende olivicole della Toscana.

Il legame tra l’olio e la sua terra

La Toscana è una delle regioni con la più ricca biodiversità olivicola al mondo: la produzione di olio extravergine di oliva impiega ogni anno più di cento varietà autoctone. Per valorizzare appieno questo patrimonio non basta riconoscere gli aspetti qualitativi e organolettici delle diverse cultivar, ma bisogna far emergere il legame tra l’olio e la sua terra.

A GeoEVOapp collaborano il Dipartimento di Scienze della Terra (DST), il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Ateneo fiorentino con il supporto di Biochemie Lab e di alcune aziende agricole toscane.

Il progetto dovrebbe sviluppare un metodo d’indagine innovativo per individuare le componenti geochimiche e biochimiche che caratterizzano l’olio evo e ne rendono riconoscibile la provenienza: un modo per salvaguardare l’intera filiera produttiva dalle frodi e dalle contraffazioni.

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Gli obiettivi di GeoEVOapp

GeoEVOapp ha una serie di obiettivi specifici:

  1. sviluppare un sistema di tracciabilità e caratterizzazione geografica dell’olio extravergine di oliva;
  2. definire con i produttori standard qualitativi dell’olio e nuovi parametri di rintracciabilità;
  3. realizzare e valutare un protocollo di tracciabilità e caratterizzazione geografica dell’olio extravergine di oliva;
  4. sviluppare azioni di marketing;
  5. promuovere e valorizzare l’olio extravergine di oliva;
  6. mettere a punto un modello “dell’impronta territoriale” riproducibile ed aggiornabile.

I ricercatori si sono trovati ad affrontare il problema della mancanza di marcatori in grado di legare inequivocabilmente l’olio evo al territorio.

Quindi hanno dovuto ideare un protocollo originale: GeoEVOapp è la sintesi di due tecniche all’avanguardia che vengono impiegate per catalogare i territori toscani: una è basata sulle terre rare, l’altra sulla biodiversità batterica del suolo e delle olive.

I ricercatori hanno selezionato tre aree di indagine con caratteristiche in grado di legare il prodotto al territorio: Chianti Fiorentino (zona San Casciano, Greve in Chianti e Impruneta), Maremma (Pitigliano), Alta Valtiberina (Anghiari e Caprese Michelangelo).

Le applicazioni possibili

«Le possibili applicazioni di GeoEVO sono molteplici come la creazione di una blockchain che definisca un tracciamento globale dal suolo al prodotto finito.

In questo momento agli agricoltori interessa soprattutto l’identificazione univoca del loro prodotto, dimostrare quanto gli elementi essenziali presenti nel suolo toscano rimangano nell’olio e ne definiscano in maniera inconfondibile aspetti come aroma e profumo.

Per questo ci siamo concentrati su analisi specifiche dei biofenoli e dei composti aromatici. Guardando al futuro, gli studi sul DNA microbico all’interno delle olive potrebbero dare indicazioni sullo sviluppo degli aromi e del sapore dell’olio EVO.

Insomma, potremmo attribuire su basi scientifiche il “carattere di toscanità” al prodotto, una necessità che è stata fortemente supportata dagli agricoltori che ci hanno aperto le porte – e i campi – delle loro aziende con grande disponibilità. Segno che il nostro impegno è stato recepito», spiega Samuel Pelacani, ricercatore del DST e ideatore del progetto.

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Ricerca e aziende, obiettivi comuni

Come sottolinea Sandro Moretti, responsabile scientifico del progetto, «la ricerca scientifica si è messa al servizio delle aziende, ma anche le aziende si sono messe al servizio di noi ricercatori, offrendoci materiale, tempo, personale e ovviamente terra e olio.

Hanno compreso che GeOEVO potrà offrire un valore aggiunto per la loro produzione, rendendo possibile la caratterizzazione dell’olio sul mercato e valorizzando il cosiddetto chilometro zero della filiera: un plus economico e un orgoglio culturale della Toscana».

Le aziende partner di GeoEVOapp sono: Frantoio del Grevepesa, Azienda Agricola Gionni Pruneti, Azienda Agricola Il Faggeto. Partecipano inoltre CIA-Agricoltori Italiani Toscana e Cipa-at Grosseto-Agenzia Formativa.

Sottolinea infatti Maria Teresa Ceccherini (DAGRI) che la metodologia è proiettata all’applicabilità: «Vorremmo mettere a disposizione delle aziende olivicole toscane uno strumento in grado di valorizzare i loro prodotti, con ricadute positive in tutto il territorio.

Infatti, lo studio ha visto l’adesione di aziende e singoli imprenditori del settore, sia all’inizio che in corso d’opera, segno che lo scopo ne è stato compreso».