Rinnovabili • Il cambiamento climatico mette a rischio l'agricoltura

G7 dell’Agricoltura: strategie per l’emergenza e per il futuro

Si è svolto il G7 straordinario dell’Agricoltura per fare il punto sull’emergenza generata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Le ripercussioni si fanno sentire a livello globale per l’aumento incontrollato dei prezzi e la minore disponibilità di materie prime. Si prospetta una ulteriore crisi per i Paesi in via di sviluppo, per i quali si aggraverà l’insicurezza alimentare

Il cambiamento climatico mette a rischio l'agricoltura
Foto di Schwoaze da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Le ripercussioni del conflitto tra Russia e Ucraina sui sistemi agroalimentari locali e globali sono state al centro del G7 straordinario dell’Agricoltura.

Tra i temi trattati, anche la ripresa del settore agricolo in Ucraina e la cooperazione con i Paesi più vulnerabili che subiranno le conseguenze più pesanti in termini di sicurezza alimentare.

Aumentano i prezzi, diminuiscono le materie prime

Al G7 dell’Agricoltura il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha sottolineato la gravità delle ripercussioni che il conflitto sta generando sui mercati di tutto il mondo.

Si è creata una specie di forbice impazzita che da un lato ha un aumento incontrollato dei prezzi, dall’altro la difficoltà di reperimento delle materie prime.

La preoccupazione è altissima per il mancato approvvigionamento di cereali e semi oleosi, di cui l’Ucraina è il quinto esportatore mondiale.

Una situazione che, anche nell’augurabile ipotesi della fine delle ostilità, è destinata a protrarsi nel tempo: i russi stanno distruggendo le macchine agricole ucraine e almeno per la prossima stagione non ci saranno raccolti, visto che non è stato possibile fare le semine.

La somma delle criticità

In questo modo la Russia colpisce il cuore economico dell’Ucraina e mina la sicurezza alimentare della popolazione locale, ma contemporaneamente mette in difficoltà i mercati esteri, a cominciare da quello europeo.

Una criticità a cui si aggiunge il blocco delle esportazioni dei fertilizzanti da parte della Russia.

La spirale negativa si avvita ulteriormente perché l’Argentina – primo esportatore di derivati della soia su scala globale – ha deciso di interrompere le esportazioni di farina e olio di soia per tutelare il mercato interno.

La decisione argentina si abbatte sulla mangimistica italiana, e quindi sul settore degli allevamenti, in una fase già molto critica.

Si aggrava l’insicurezza alimentare dei Paesi più poveri

Nel corso del G7 Patuanelli ha anche rimarcato che l’aumento generalizzato delle materie prime e dei costi energetici «erodendo la redditività dell’attività economica non solo dei Paesi europei, ma anche di quelli in via di sviluppo.

Per loro il mancato afflusso dei prodotti agricoli ucraini, fondamentali alla sussistenza, potrebbe ulteriormente aggravare i già rilevanti problemi di sicurezza alimentare».

Per questo Patuanelli ritiene fondamentale che FAO e World Food Programme facciano una valutazione delle necessità dei Paesi più poveri.

Contemporaneamente ha esposto al G7 dell’Agricoltura l’esigenza di monitorare costantemente i mercati per predisporre le strategie necessarie a fronteggiare le emergenze.