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Il futuro dell’agroalimentare secondo Confagricoltura

agroalimentare italiano
Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – La presenza di Confagricoltura a CIBUS, il salone dell’agroalimentare che è tornato a Parma dopo la pandemia, ha lasciato il segno con interventi e dibattiti sui tanti temi che riguardano il comparto agricolo italiano. Innovazione, tradizione, territorio, sostenibilità, eccellenze: su queste basi va declinato il futuro dell’agroalimentare affinché sia pronto a incontrare le richieste di consumatori sempre più attenti e informati.

Servono riforme e un piano organico di sviluppo

I dati dell’export, vicino ai 50 miliardi di euro, confermano per l’agroalimentare il ruolo di traino per l’economia italiana. Questo simbolo del Made in Italy, che il mondo ci invidia, ha bisogno urgente di «riforme e di un piano organico di sviluppo a lungo termine per consolidare i risultati e continuare a crescere» ha sottolineato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

Il 48% delle imprese agricole ha un elevato standard di sostenibilità, tema a cui sono particolarmente sensibili gli imprenditori più giovani: la filiera alimentare italiana è tra le più sostenibili al mondo. La pandemia ha stimolato nuove riflessioni e ha modificato la percezione del rapporto tra le azioni umane e il cambiamento climatico: salute dell’uomo e salute del Pianeta devono muoversi in sintonia.

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A tale proposito, CIBUS ha offerto l’occasione per presentare la seconda edizione di AGRIcoltura100, il progetto il progetto promosso da Confagricoltura e Reale Mutua che analizza il livello di sostenibilità ambientale e sociale delle aziende agricole italiane e i loro effetti sulla qualità e sulla sicurezza alimentari. Già nella prima edizione dello studio (realizzato da Innovation Team, che ha analizzato 1850 realtà agricole) l’impegno degli agricoltori per la sostenibilità è risultata più che mai evidente: risparmio energetico, uso ridotto di fitofarmaci, analisi costanti del terreno, certificazioni di qualità, formazione, integrazione sociale. La seconda edizione, con una crescita del numero di aziende partecipanti, promette risultati altrettanto significativi.

Etichette agroalimentari: Nutriscore vs Nutrinform Battery

Non poteva mancare un dibattito sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari. «La posizione sul Nutriscore a livello europeo sta cambiando e va dato atto al ministro Patuanelli di aver contribuito in modo determinante a cambiare il sentiment sul tema etichettatura fronte pacco. Prima la posizione era contro l’Italia: insieme a tutta la filiera possiamo vincere la battaglia a difesa della corretta informazione, dell’agricoltura e di tutto il comparto agroalimentare». Anche Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, ha rimarcato l’importanza di una posizione comune, perché «l’impegno contro il Nutriscore non è una battaglia di lobby, ma per l’Italia».

Lavoro di squadra richiede anche la battaglia a favore del sistema di etichettatura proposto dall’Italia, il Nutrinform Battery. Come ha spiegato il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, «il Nutriscore non dà informazioni ma è un metodo intelligente di condizionamento del consumatore. Il grande lavoro che abbiamo fatto e stiamo portando avanti in Europa sta dando i primi risultati: la strada è ancora in salita, ma le posizioni stanno cambiando, perché anche gli altri Paesi si sono resi conto che il consumatore, che è sempre più consapevole, vuole essere informato e non condizionato».

D’altronde, la posta in gioco è alta: si tratta del futuro dell’agricoltura italiana e dell’industria alimentare. «È la partita tra il cibo sintetico e quello frutto della terra: noi agricoltori vogliamo continuare a scrivere il futuro, spiegando ai consumatori il nostro impegno a difesa dei prodotti della terra e di chi li produce», ha puntualizzato Giansanti. 

La sostenibilità è una risorsa, non un limite

Agricoltura sostenibile, economia circolare, transizione energetica, risorse idriche, inquinamento, cambiamenti climatici sono i grandi temi dei progetti di investimento del PNRR. Per Alessandro Squeri, presidente dei Giovani di Federalimentare, la sostenibilità deve essere considerata una risorsa e non un limite: «uno strumento chiave per le imprese italiane, in ottica di ripresa post Covid e di trasformazione digitale e ambientale».

Tra le priorità del PNRR c’è quella di garantire cibo sicuro e sostenibilità ambientale: obiettivi realizzabili in agricoltura grazie a sistemi di coltivazione più efficienti, a un minore utilizzo delle risorse e all’impiego di tecniche imperniate sull’innovazione tecnologica. I giovani sono attenti a questi temi, come conferma Francesco Mastrandrea, Presidente dei Giovani di Confagricoltura. «I giovani di ANGA sono pronti a questa sfida, con filiere intelligenti, innovative e competitive. Gli strumenti del PNRR e la congiuntura post pandemia sono evidentemente un mix che può e deve rilanciare il mondo agricolo ed agroalimentare, soprattutto per le aziende condotte dai giovani». Ma servono concretezza e tempi certi, con un evidente appello alla semplificazione delle politiche agricole.

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