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Innovazione agroalimentare: FRUCLASS misura la qualità del grano duro

FRUCLASS
Foto di CANDICE CANDICE da Pixabay

(Rinnovabili.it) – L’Università degli Studi della Tuscia ha ideato FRUCLASS, un innovativo sistema di analisi quali-quantitativa del grano duro arrivato al secondo anno di sperimentazione. Il sistema FRUCLASS è nato da una richiesta delle associazioni della filiera grano-pasta che hanno firmato il protocollo d’intesa “Filiera grano duro-pasta di Qualità”: Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assosementi, Cia-Agricoltori Italiani, Compag, Confagricoltura, Copagri, ITALMOPA, Unione Italiana Food .

Il sistema FRUCLASS ha analizzato quasi 160.000 tonnellate di grano duro stoccato in più di 40 centri dislocati in 19 province italiane. L’analisi prevede criteri di valutazione uniformi e premia il prodotto che al conferimento presenta valori di Grado Proteico (GP) del 13% o più e Peso Specifico (PS) pari ad almeno 78 Kg/hl (peso ettolitrico, un indicatore standard di misurazione della qualità dei cereali, soggetti comunque a variabilità dovute a diversi fattori), come previsto dai contratti di filiera (i contratti di filiera si sviluppano nei diversi segmenti della filiera agroalimentare, che comprende le fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari). 

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I risultati dell’analisi mostrano che più del 70% del grano analizzato – conferito dagli aderenti ai contratti di filiera – rientra nei parametri dell’area della qualità individuata. Con il sistema FRUCLASS di fatto viene superata la distinzione tra annate di produzione per privilegiare quella per areale. Come ha spiegato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, «nel 2020 la provincia di Foggia ha mantenuto il 58% di buona qualità della produzione, quella di Ascoli Piceno è passata dal 70 al 58%: un valore che può tornare a crescere facendo una programmazione pluriennale, aumentando la cura del territorio e impiegando tecniche agronomiche innovative».

I dati di FRUCLASS sono disponibili sulla piattaforma https://granoduropasta.unitus.it/ e possono essere consultati dagli iscritti.

Anche la pasta – come l’olio, il parmigiano e la mozzarella – subisce la concorrenza sleale dei prodotti Italian sounding commercializzati all’estero. L’arma migliore per combattere la concorrenza sleale è far crescere la qualità e dimostrare, dati alla mano, che l’Italia produce la pasta migliore del mondo. La pandemia ha confermato il valore strategico della filiera grano-pasta. Non solo ha retto l’urto della crisi, ma addirittura ha fatto registrare un export a due cifre. Un motivo in più per puntare sulla qualità e sulla tracciabilità del prodotto.

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