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La Corte dei conti UE bacchetta Bruxelles sulle frodi PAC

Alcuni regimi di spesa sono particolarmente esposti ai rischi di frode, nota la Corte dei conti UE. Soluzioni? Migliorare il monitoraggio delle misure antifrode nazionali, fornire orientamenti più concreti e promuovere l’uso delle nuove tecnologie per prevenire e individuare le frodi

Nuova PAC, il Piano Strategico Nazionale aiuta i soliti noti
Foto di minka2507 da Pixabay

La politica agricola comune vale circa il 30% del budget comunitario

(Rinnovabili.it) – Nuova reprimenda della Corte dei conti UE sulla politica agricola comune. Secondo gli auditor europei, la Commissione dovrebbe fare di più contro le frodi PAC, soprattutto quando si tratta di alcuni meccanismi frodatori specifici sui quali c’è poca vigilanza.

La PAC è da sempre la voce più corposa del budget comunitario. Con l’ultima riforma, le risorse destinate alla politica agricola comune corrispondono a più del 30% del bilancio UE, e valgono quasi 400 miliardi di euro. È anche una politica estremamente articolata e non sempre adeguatamente sottoposta a monitoraggio. E proprio per questo “comprende alcuni regimi di spesa particolarmente esposti ai rischi di frode”, nota la Corte dei conti UE.

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L’esame degli auditor è a tutto tondo. Hanno esaminato i meccanismi alla base delle frodi PAC nei diversi regimi di pagamento, con l’analisi delle misure finanziate dalla PAC in regime di gestione concorrente (pagamenti diretti, misure di mercato e sviluppo rurale) e la verifica dei dati dei periodi di programmazione 2007-2013 e 2014-2020. Conclusione? “I principali rischi individuati dalla Corte sono connessi all’occultazione, da parte dei beneficiari, di violazioni delle condizioni di ammissibilità, alla complessità delle misure finanziate e alle forme illegali di “accaparramento dei terreni”, scrive la Corte dei conti in una nota.

Nei casi più diffusi e meno contrastati, chi richiede illecitamente i finanziamenti non comunica tutte le informazioni pertinenti o crea artificiosamente i requisiti che lo rende un beneficiario legittimo. “Ciò vale, ad esempio, per il sostegno fornito alle PMI agricole che non hanno comunicato i loro collegamenti con altre imprese, o per i beneficiari non ammissibili che richiedono pagamenti come “giovani agricoltori””, entra nel dettaglio la Corte.

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“Le frodi ledono gli interessi finanziari dell’UE e impediscono alle risorse dell’UE di raggiungere gli obiettivi strategici”, ha dichiarato Nikolaos Milionis, il membro della Corte responsabile dell’audit. “Riteniamo che l’UE debba fare di più per affrontare il rischio di frode nella spesa agricola. Auspichiamo che la nostra relazione aiuti la Commissione e gli Stati membri a sviluppare la propria capacità antifrode nell’ambito della nuova politica agricola comune 2023-2027”.