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FoodSensor, la tecnologia ENEA che scopre le frodi alimentari

Foto di Ulrike Leone da Pixabay

(Rinnovabili.it) – Frodi alimentari? Non più, grazie a FoodSensor. Il dispositivo portatile messo a punto dall’ENEA, grazie a un laser che funziona con un sistema a semaforo, è in grado di scoprire le eventuali frodi alimentari in meno di cinque minuti.

Le frodi alimentari sullo zafferano

Come spiega Luca Fiorani, ricercatore del Laboratorio Diagnostiche e Metrologia nel Centro Ricerche ENEA di Frascati, «FoodSensor è un sistema sicuro, semplice da usare anche da personale non esperto e trasportabile con una valigetta a mano.

Per rilevare eventuali sofisticazioni, basta inserire nel dispositivo un piccolo campione dell’alimento senza pretrattamento né reagenti chimici».

Lo zafferano è una spezia molto pregiata, ha quotazioni tali da essere paragonabile all’oro. Facile quindi che si cerchino strade traverse per spacciare per zafferano quello che non lo è: «Quello delle erbe e delle spezie è un importante segmento del mercato alimentare che ha un giro d’affari valutato in circa quattro miliardi di dollari.

Lo zafferano è il quarto alimento, in ordine di grandezza, ad essere bersaglio di frode, dopo l’olio di oliva, il latte e il miele», spiega ancora Fiorani.

Una delle frodi più comuni nel caso dello zafferano è l’aggiunta della tartrazina (un colorante giallo sintetico utilizzato nell’industria alimentare) oppure della curcuma per il suo caratteristico colore che potrebbe ingannare i meno esperti.

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Test sulla sensibilità di FoodSensor

Per testare la sensibilità di FoodSensor, i ricercatori ENEA hanno miscelato allo zafferano percentuali decrescenti di tartrazina e curcuma (dal 20% al 2%): «In pochi minuti FoodSensor ci ha permesso di sapere se il campione analizzato era autentico, sospetto oppure frodato, grazie a una nuova interfaccia user friendly che segnala il risultato come un semaforo, quindi rispettivamente con luce verde, gialla e rossa».

Le frodi alimentari però riguardano una vasta gamma di alimenti, e i ricercatori ENEA hanno sperimentato FoodSensor anche su latte, olio d’oliva (di cui FoodSensor ha permesso di determinare la tracciabilità geografica), origano, riso, succhi di frutta.

Inoltre hanno messo a punto degli speciali database contenenti i cosiddetti spettri di assorbimento, ovvero la luce che ogni componente o contaminante alimentare assorbe quando viene colpito dal raggio laser.

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Una tecnologia dai molti impieghi

La tecnologia impiegata da FoodSensor si chiama spettroscopia laser fotoacustica: «Tecnicamente si “spara” sul campione un fascio laser a infrarosso. Il campione a sua volta si riscalda, si espande e genera un’onda di pressione, una sorta di “eco” che viene ascoltata come suono attraverso un microfono.

In questo modo è possibile analizzare qualsiasi sostanza, senza che le sue molecole vengano alterate, e ottenere immediatamente i risultati per capire se si è di fronte a una frode alimentare».

L’innovazione messa a punto dai ricercatori ENEA è ovviamente interessante per l’industria agroalimentare, ma non solo: è stata inserita tra le tecnologie chiave da impiegare per la protezione dal rischio CBRNe (Chimico, Biologico, Radiologico, Nucleare ed esplosivi).

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