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Food Waste Index-Report 2021, pianificare strategie antispreco

Il Food Waste Index-Report 2021 stima che l’8-10% delle emissioni globali di gas serra siano dovute al cibo che non viene consumato, con un pesante impatto sui sistemi di gestione dei rifiuti e sul consumo di risorse. Lo spreco di cibo incide sul cambiamento climatico, sulla biodiversità, sull’inquinamento e sulla vita delle persone, delle quali esaspera l’insicurezza alimentare

Food Waste Index-Report 2021
via depositphotos.com

di Isabella Ceccarini

(Rinnovabili.it) – «Se la perdita e lo spreco alimentare fossero un Paese, sarebbe la terza più grande fonte di emissioni di gas serra». Esordisce così Inger Andersen, Executive Director dell’UNEP-United Nations Environment Programme, nel presentare il Food Waste Index-Report 2021.

Produrre e sprecare cibo ha un impatto negativo da vari punti di vista: ambientale, sociale ed economico. Si stima che l’8-10% delle emissioni globali di gas serra siano dovute al cibo che non viene consumato, con un pesante impatto sui sistemi di gestione dei rifiuti e sul consumo di risorse: circa 1,4 milioni di ettari di terreno coltivabile vengono utilizzati per produrre alimenti che non verranno mai consumati. Lo spreco di cibo, quindi, incide sul cambiamento climatico, sulla biodiversità, sull’inquinamento e sulla vita delle persone, delle quali esaspera l’insicurezza alimentare. 

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Nessuno può chiamarsi fuori: lo spreco alimentare si può ridurre sia a livello di produzione, trasformazione e distribuzione, che a livello di ristorazione e familiare. Eliminarlo porterebbe un vantaggio per il Pianeta e, di conseguenza, per le persone. Nonostante l’evidenza della questione, la consapevolezza in materia è ancora molto scarsa: pochi conoscono la portata dello spreco e i suoi effetti sull’ambiente. Secondo il Food Waste Index Report 2021 lo spreco alimentare delle famiglie, dei negozi di vendita al dettaglio e del settore della ristorazione ammonta a 931 milioni di tonnellate ogni anno, con impatti non marginali sui cambiamenti climatici; la maggior parte di questi sprechi avviene tra le mura domestiche (61%). Un dato ci sembra particolarmente interessante: lo spreco domestico pro capite non accomuna i Paesi ricchi bensì le fasce di reddito, a prescindere dalla ricchezza del Paese.

Lo spreco alimentare è socialmente inaccettabile

L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 12.3 dell’Agenda ONU 2030 punta a dimezzare lo spreco alimentare globale pro capite, ma come abbiamo visto siamo ancora lontani dal raggiungerlo. Si può invertire la tendenza? L’informazione è un buon punto di partenza. Pochi governi dispongono di dati affidabili che permettano di pianificare efficaci strategie antispreco e di monitorare gli auspicabili progressi. Il Food Waste Index Report 2021 dell’UNEP (United Nations Environment Programme) presenta la raccolta, l’analisi e la modellizzazione dei dati sullo spreco alimentare più completa fino ad oggi e indica una metodologia per misurarlo a livello domestico, di servizio di ristorazione e al dettaglio. 

Nel 2019 circa 690 milioni di persone hanno sofferto la fame e tre miliardi non hanno potuto permettersi una dieta sana, dal 2020 a causa del COVID-19 questi numeri sono in crescita. Uno degli obiettivi del Food Waste Index Report 2021 è anche esortare i consumatori a non sprecare il cibo e spingere i governi a includere lo spreco alimentare nei piani di ripresa nazionale, un cambio di prospettiva per pianificare azioni climatiche sempre più ambiziose.

Il Food Waste Index Report 2021 è il contributo dell’UNEP al Food System Summit delle Nazioni Unite che si svolgerà a New York nel settembre prossimo. Il messaggio del rapporto è molto chiaro: si può fare di più e proprio i consumatori hanno un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi antispreco, a tutte le latitudini. Facciamo la spesa con attenzione e cuciniamo in modo creativo: tutti hanno diritto a un’alimentazione sana e sostenibile e lo spreco di cibo è socialmente inaccettabile.