(Rinnovabili.it) – Il Food Price Index (FFPI) è l’indice dei prezzi alimentari stilato dalla FAO. Tale indice misura la variazione mensile dei prezzi internazionali di prodotti alimentari che rientrano in un paniere prestabilito.
Food Price Index, prezzi in calo
Il Food Price Index ha uscite a cadenza mensile. Quello del mese di agosto ha registrato un forte calo dei prezzi dei prodotti alimentari nel mese di luglio.
Più precisamente, il Food Price Index di luglio è calato dell’8,6% rispetto al mese di giugno. Tuttavia, l’indice è rimasto al di sopra (13,1%) del valore che aveva nello stesso mese dell’anno precedente.
Il calo di luglio 2022 è stato il più marcato dal 2008. Questo è dipeso dal fatto che gli indici degli oli vegetali e dei cereali hanno avuto un calo molto marcato, mentre zucchero, latticini e carne sono diminuiti in misura minore.
Cereali
Il Food Price Index relativo ai cereali ha registrato a luglio un calo dell’11,5% rispetto al mese di giugno, ma è rimasto del 16,6% al di sopra del valore di luglio 2021.
In generale, i prezzi dei cereali sono scesi. Ad esempio, a luglio il grano è calato del 14,5%.
Ciò è dovuto probabilmente all’accordo tra Russia e Ucraina per sbloccare i porti ucraini sul Mar Nero per consentire la ripresa delle esportazioni di grano.
Tale accordo ha inciso anche sul calo dei prezzi mondiali del mais. Va considerato anche che la disponibilità stagionale anticipata dei raccolti di mais in Argentina e Brasile ha allentato la pressione sui prezzi.
Un altro fattore che ha inciso sui prezzi è stata la disponibilità stagionale dei raccolti in corso nell’emisfero settentrionale.
L’altalena dei prezzi ha un andamento molto complesso. A luglio avevano valori del 24,8% in più rispetto al 2021. Anche se i prezzi dei cereali sono diminuiti per quattro mesi consecutivi, sono comunque rimasti del 12,1% al di sopra dei valori dell’anno precedente.
A luglio sono diminuiti per la prima volta nel 2022 anche i prezzi internazionali del riso.
Oli vegetali
Il calo del 19,2% nel prezzo degli oli vegetali ha segnato la quotazione minima degli ultimi dieci mesi.
In questo periodo l’olio di palma ha continuato a calare, forse per le massicce esportazioni dell’Indonesia.
Anche gli oli di soia, colza e girasole hanno subito un calo, correlato alla minore domanda globale di importazioni.
Prodotti lattiero-caseari
Nonostante il calo di quest’anno, il valore dei prodotti lattiero-caseari rimane superiore del 25,4% rispetto al 2021.
L’andamento di questi prezzi è stato influenzato da vari fattori: dalle attività di mercato rallentate dalle vacanze estive alla domanda debole della Cina, ai prezzi alti che hanno fatto calare la domanda e pesato sulle quotazioni internazionali.
Le vendite nelle località turistiche hanno mantenuto alto il livello delle richieste di formaggio, compensando la minore domanda globale di importazioni.
Inoltre, le scarse forniture globali hanno mantenuto alti i prezzi globali dei prodotti lattiero-caseari.
Carne
I prezzi della carne sono molto variabili anche per la diversità dell’offerta. Il Food Price Index ha registrato un calo lieve (0,5%) dopo mesi di aumenti costanti.
Le quotazioni della carne ovina sono calate a causa della disponibilità di esportazioni dall’Australia; in calo anche i prezzi della carne bovina (anche qui per la maggiore disponibilità di esportazioni dai paesi principali produttori). La carne suina, invece, è rimasta sostanzialmente stabile: scarsa offerta, ma anche minore richiesta di importazioni.
Il pollame, al contrario, ha raggiunto il massimo storico sostenuto da una domanda globale e da un’offerta limitata (dovuta a casi di influenza aviaria nell’emisfero settentrionale).
Zucchero
A luglio lo zucchero ha segnato un calo consecutivo in tre mesi, sul quale hanno pesato i timori di un ulteriore rallentamento dell’economia globale.
A incidere sul calo dei prezzi dello zucchero l’indebolimento del real brasiliano rispetto al dollaro Usa e il calo del prezzo dell’etanolo che ha fatto aumentare la produzione più del previsto.
A questo si sono aggiunte maggiori esportazioni dall’India e le buone prospettive di produzione per la prossima stagione.
Il clima caldo e secco nell’Unione Europea, con potenziale riduzione delle produzioni, ha impedito un ulteriore calo dei prezzi.