Il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica
La fauna selvatica è un patrimonio di grande valore per il nostro Paese, tuttavia la situazione è fuori controllo e necessita di interventi urgenti in grado di coniugare la conservazione delle specie, la gestione del territorio e l’incolumità delle persone.
I danni causati dalla proliferazione incontrollata della fauna selvatica
La proliferazione incontrollata di ungulati e cinghiali causa danni irrimediabili all’agricoltura e agli allevamenti, gli animali si spingono senza timore nei centri abitati e provocano gravi incidenti automobilistici lungo le strade statali.
La diffusione della peste suina africana, che ha conseguenze importanti sulle aziende zootecniche, è solo uno dei temi di punta. Le proteste degli agricoltori sono più che motivate, basta vedere cosa rimane dei campi coltivati dopo il passaggio di un branco di cinghiali: niente. In pochi minuti viene azzerato il lavoro e l’investimento degli agricoltori che sono già in crisi per gli effetti del cambiamento climatico e l’alternanza di siccità e alluvioni.
Dopo aver distrutto le coltivazioni, i cinghiali scavano le sponde e i fossi delle strade di campagna mettendo in pericolo la tenuta dei terreni in caso di grandi piogge. Non esitano a entrare nelle case di campagna distruggendo i giardini e aggredendo le persone.
Misure straordinarie per una situazione di emergenza
Sollecitati da più parti e con il parere favorevole dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) di concerto con il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF) hanno firmato il decreto per l’Adozione del Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica (pubblicato in GU, Serie Generale n. 152 dell’1 luglio 2023).
Con il presente decreto si introducono quindi «misure straordinarie per il contenimento e per il prelevamento della fauna selvatica a tutela anche dell’incolumità pubblica», come ha sottolineato il ministro MASAF, Francesco Lollobrigida.
Inoltre, «entro il 28 dicembre 2023 le Regioni sono tenute ad aggiornare i piani regionali di interventi urgenti al fine di renderli coerenti con i contenuti del piano straordinario».
Corsi di formazione per gli operatori
Il Piano straordinario fornisce uno strumento programmatorio per quanto riguarda il contenimento numerico della fauna selvatica mediante abbattimento e cattura.
Il Piano ha durata quinquennale e la sua attuazione deve avvenire «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica», come recita il punto 4 del decreto.
All’attuazione degli interventi potranno partecipare polizia provinciale e locale, guardie venatorie, corpi forestali, operatori professionali, cacciatori, proprietari e conduttori dei fondi. L’ISPRA e le Regioni definiranno appositi percorsi formativi per garantire la professionalità degli operatori e sarà necessaria la licenza per l’esercizio venatorio.
Infine, considerata la presenza di focolai di peste suina africana, l’attuazione del Piano dovrà essere coerente con la strategia di gestione della PSA.